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L’Orbetello piange il suo presidente

Palmiro Bosi ha guidato a lungo la società sportiva: aveva solo 58 anni. Tutto il mondo dello sport è in lutto per la sua scomparsa
Palmiro Bosi e la moglie Olivia Costantini

ORBETELLO. Si è spento Palmiro Bosi, 58 anni, storico presidente della società di calcio di Orbetello a cui ha legato da sempre la sua passione sportiva. A portarlo via in poco tempo è stata una malattia fulminante.

A ricordare Palmiro, istrionico e battagliero ma anche figura imprescindibile del calcio lagunare, praticamente tutto il mondo sportivo. Lascia la moglie Olivia Costantini e i figli Gianmarco, Alessandro e Valentina.

Paolo Mastracca, il vice presidente dell’orbetello Cristiano Calchetti, Palmiro Bosi, Enrico Giovannelli e Vittorio Patanè

 

Il cordoglio dell’Orbetello calcio

«Ci sono quelle notizie che non si vorrebbero mai dare, e per le quali le parole non si riescono a trovare ne sarebbero mai abbastanza. Chiunque faccia parte di questa immensa società si stringe vicino alla famiglia Bosi per la scomparsa del nostro presidente Palmiro.  Un caloroso abbraccio alla moglie Olivia ed ai figli Gian Marco, Alessandro e Valentina. Con Palmiro se ne va colui che ha permesso di continuare a far vivere questi gloriosi colori contro mille avversità, dove tanti si permettevano solo di parlare. Ha dato anima e cuore fino all’ultimo giorno, ed il minimo che chiunque possa fare è non dimenticarlo mai. Presidente, amico, babbo, per tanti che hanno calcato il prato verde del Vezzosi. Verrà ricordato come uno dei più grandi uomini che l’Unione Sportiva Orbetello abbia avuto in oltre 110 anni di storia. Orgoglioso fino all’ultimo giorno del suo cuore biancoceleste. Un dolore immenso da non poter descrivere». 

Antonella Clerici insieme a Palmiro Bosi allo stadio di Orbetello

I funerali si terranno domani, martedì alle 15, nella chiesa di Neghelli il quartiere dove abitava Bosi.

Il dolore degli amici

Sono molte anche le voci che parlano di Palmiro riassumendone l’umanità, che ha sempre caratterizzato la sua figura. Voci incrinate dal dispiacere di aver perso un punto di riferimento passato e futuro, sono le voci di Vincenzo Sabatini e Roberto Fratini.

«Ci siamo sempre confrontati con grande, leale schiettezza – ricorda Sabatini, il portiere – anche nei momenti meno brillanti della nostra amicizia. Per lui parlavano gli occhi con i quali riusciva a leggerti dentro, a capirti. Era speciale, passionale, diretto. Aveva tre figli, il quarto era l’Orbetello per il quale aveva fatto personali sforzi enormi per non farlo cadere. Ci era riuscito e ne era profondamente orgoglioso – conclude Sabatini – è stato un presidente serio con il quale ho attraversato stagioni che non posso dimenticare. Non saranno solo i ricordi a restare indelebili ma, e soprattutto, i suoi occhi parlanti».

Roberto Fratini: «Orbetello si è fermato. Adesso piange una figura insostituibile come Palmiro. Un carattere particolare, dalle mille sfaccettature. Poteva appariva scorbutico, ma fondamentalmente era un buono. Se avevi bisogno di un piacere si faceva in quattro per fartelo, se ci avevi discusso era il primo poi a ricercarti, ad offrirti da bere. Quando fu responsabile della parte giovanile, il settore ebbe un incremento molto vivace, segno evidente che piaceva anche ai ragazzi e ai genitori. Per Orbetello, per l’intero movimento calcistico della provincia – termina Fratini – la scomparsa di Palmiro è stata una autentica mazzata».

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