SCARLINO. Le pernici rosse di Scarlino sono un’eccellenza del territorio, a confermarlo sono i dati delle vendite che ogni anno fruttano al Comune diverse decine di migliaia di euro. Per il 2025 gli introiti ammontano a 42mila euro e in passato si è arrivati anche intorno ai 60 mila euro. E dall’allevamento di Scarlino le pernici raggiungono tutta l’Italia, proprio per andare a ripopolare numerose riserve di caccia.
Dalle Bandite agli ambiti territoriali di caccia
La riserva naturale delle Bandite di Scarlino può contare su due importanti allevamenti: quello degli asini di razza amiatina e quello delle pernici rosse. Allevamenti che, in vari modi, portano introiti nelle casse dell’ente, anche tramite la vendita degli esemplari. E sorprendono i numeri legati alle pernici. Ogni pernice, uccello tipico della macchia mediterranea, viene venduta a circa 6-7 euro. Guadagni che servono per il sostentamento dell’allevamento che necessita di custodi, energia elettrica e molti mangimi. Ogni anno vengono allevati tra i 10mila e i 15 mila esemplari che vengono poi venduti e consegnati ai vari ambiti territoriali di caccia.
Dove vanno le pernici di Scarlino
L’allevamento del Casolino delle Bandite vende a Grosseto, Siena, Lucca e Firenze e in ogni luogo dove vengono richiesti animali.
Fondato nel 1996 in collaborazione tra l’allora Provincia di Grosseto, attualmente il Settore Attività Faunistico Venatorie e Pesca della Regione Toscana, la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Pisa e il Comune di Scarlino, il Casolino si è affermato come punto di riferimento nazionale per la produzione di selvaggina.
La novità del 2025: la starna italica estinta

Il Casolino non alleva però soltanto le pernici rosse. Il centro si è infatti recentemente dedicato anche alla tutela e al ripopolamento della starna italica, una specie estinta in natura da alcuni decenni. Grazie al progetto LIFE Perdix il centro ha registrato quest’anno la nascita dei primi 1.000 esemplari di starna italica, destinati alla reintroduzione sul territorio nazionale.
Il Centro è infatti stato selezionato dalla Regione Toscana come sede ideale per ospitare e proteggere un consistente stock riproduttivo di 300 coppie di starna italica, provenienti dal progetto “Life Perdix“. Quest’ultimo è coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA), in collaborazione con i carabinieri forestali, Legambiente, la Federazione Italiana della Caccia, la Fédération Nationale des Chasseurs, il Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia Romagna, l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana e il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara.




