FOLLONICA. Il Tuscany Trail con i suoi 6mila partecipanti provenienti da più di 50 Paesi è considerato il raduno ciclistico non competitivo di bikepacking più importante al mondo.
Una manifestazione internazionale – che parte dalla Provincia di Livorno, passa dal sud della provincia pisana e dal grossetano fino a quella di Siena – che muove migliaia di turisti sportivi richiamati dalle bellezze della Toscana.
Quest’anno i partecipanti erano 6000, di cui 3000 stranieri.
A Follonica, però, nessuno sapeva del suo passaggio e l’arrivo di migliaia di biciclette è stata una sorpresa. A confermarlo sono i partecipanti alla competizione, che hanno testato con mano l’accoglienza. Ma anche i ristoratori del lungomare che sono stati colti impreparati dall’arrivo di una frotta di ciclisti affamati e assetati.
Un’accoglienza straordinaria, ma non a Follonica

Il Tuscany Trail è un evento che ha una ricaduta considerevole sui luoghi toccati dal percorso ed è proprio per questo motivo che la maggior parte dei Comuni interessati hanno organizzato con settimane di anticipo l’accoglienza. Da Cecina a Scarlino, passando per Siena, Montecatini a Paganico – solo per citarne alcuni – sono state tantissime le iniziative.
Quest’anno partenza e arrivo erano nella vicina Venturina, dove c’è stata anche una bella fiera dedicata all’outdoor, che ha avuto migliaia di visitatori.
«Ho partecipato alla manifestazione e ho visto con i miei occhi come si sono mossi i tanti Comuni disseminati lungo il percorso – racconta Mario Matteucci – è stato per tutti, o quasi, un momento corale di apertura, accoglienza e condivisione. A Montecatini abbiamo trovato una mongolfiera ad accogliere i ciclisti, nei piccoli paesi avevano attaccato degli striscioni. Ovunque le attività commerciali esponevano le bandiere della manifestazione, a segnalare la possibilità di accoglienza dedicata, e a Castiglione della Pescaia erano state installate decine e decine di rastrelliere in giro per il paese, così da facilitare la sosta dei partecipanti. Un lavoro frutto della collaborazione delle attività commerciali, dei ristoratori, degli artigiani, dei cittadini e dell’intero tessuto urbano, che con entusiasmo hanno contribuito a far sentire ogni ciclista il benvenuto».

«Una manifestazione passata completamente sotto traccia»
A Follonica, però, nulla è stato fatto: «Quando siamo arrivati a Follonica ho potuto vedere con sconforto che la manifestazione era passata completamente sotto traccia – prosegue Matteucci – E da follonichese dico che è stato un dispiacere. Questo evento è sicuramente un business per gli organizzatori ma lo è anche per il territorio, c’è un’immagine che viene lasciata ai tantissimi partecipanti alla manifestazione e poi c’è la ricaduta diretta sul reticolo commerciale, turistico e ricettivo. Perché chi partecipa a questo evento non competitivo e completamente amatoriale lo fa anche per mangiare bene e visitare i luoghi della Toscana. Un’occasione sprecata per Follonica».
La conferma arriva anche dalle attività del lungomare: «Abbiamo visto arrivare decine e decine di ciclisti – dice un ristoratore – ma non avevamo ricevuto nessuna informazione, se avessimo saputo per tempo dell’arrivo di così tante persone ci saremmo sicuramente organizzati meglio e con più scorte».
Un augurio per il futuro
Il bikepacking è una forma di viaggio in bicicletta che combina il ciclismo con l’escursionismo, dove l’obiettivo è trasportare tutto l’equipaggiamento necessario per un viaggio con borse agganciate direttamente alla bici, senza portapacchi. Chi si sposta deve quindi trovare ristoro e accoglienza.
«Abbiamo avuto un’esperienza bellissima – conclude Matteucci – mi auguro che il prossimo anno, sempre che la manifestazione torni a Follonica, non si perda questo treno».