PIOMBINO. Rinviato ancora una volta il momento della firma per l’accordo di programma definitivo per il rilancio del polo industriale di Piombino tra il Comune, Metinvest Adria e Danieli.
La data prevista e annunciata durante l’assemblea pubblica organizzata dall’amministrazione comunale il mese scorso, era stata fissata entro il 15 aprile.
Parodi: «Trasparenza sui motivi del rinvio»
«Purtroppo siamo al 15 aprile e nessun tavolo per la firma è stato convocato presso il Ministero – commenta Giuliano Parodi – ennesimo rinvio di questa operazione, che ha già visto diversi slittamenti di date annunciate in pompa magna da ministri e amministratori delegati senza poi concretizzarsi. Quello che mi chiedo è come mai non rispettino scadenze che loro stessi si danno? Sarebbe necessario che cittadini e lavoratori venissero messi a conoscenza dei motivi ostativi che ogni volta fanno posticipare la firma».
Gravi lacune e mancanza di trasparenza
Durante l’incontro del 26 marzo presso il Centro Giovani, i cittadini hanno appreso i dettagli dell’accordo di programma, presentato come imminente.
«Tuttavia – dice ancora Parodi -, sono emerse gravi lacune e una mancanza di trasparenza che hanno suscitato preoccupazione riguardo le modalità della sua effettiva realizzazione: costo dell’energia, chi mette sul tavolo le ingenti risorse necessarie per la realizzazione della banchina ovest 1 e banchina Nord-ovest in porto (oltre 150 milioni di euro) e per le altre infrastrutture (ferrovia interna per collegare l’area del Quagliodromo al porto stesso e al raccordo della Stazione di Fiorentina), chi esegue le bonifiche sui terreni prima dell’insediamento e molti altri dubbi a cui non sono state fornite risposte».
«Inoltre del famoso accordo commerciale per la cessione delle aree tra Jsw Steel Italy e Metinvest Adria, sottoscritto il 19 novembre 2024 – continua Parodi – non ne troviamo traccia da nessuna parte: ricordo, che si tratta di cessione di aree pubbliche demaniali e pertanto dovrebbero essere pubblici anche gli atti che si sottoscrivono».
La crisi morde, anche la Magona è in crisi
Piombino è in una crisi senza precedenti, aggravata dalla precaria situazione della Magona, un impianto chiave a rischio chiusura. L’incertezza che da sempre avvolge gli accordi su Piombino, da Khaled a Rebrab, non fa che esacerbare la situazione. Ancora una volta, l’avvio sembra problematico: Comune e Regione hanno siglato memorandum secretati, il cui contenuto rimane oscuro a cittadini, lavoratori e sindacati.
«La situazione richiede un’assunzione seria di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale che non ha più alibi – conclude Parodi – l’accordo, non solo quello di Metinvest, ma anche e soprattutto quello di JSW è sparito dai radar: è ancora in essere un accordo di programma sottoscritto dagli stessi nel 2018 che li impegnava a fare determinati investimenti e che deve essere modificato prima di sottoscrivere qualunque altro accordo con Metinvest. Per la tutela dei lavoratori, sarebbe opportuno che gli accordi di programma fossero sottoscritti insieme, non possono avere tempi diversi altrimenti il rischio di esuberi, se non definito prima, diventa concreto»
Parodi: «Il tempo è scaduto!»
Dieci anni di promesse infrante, di scadenze mancate e di un’ombra che si allunga sempre più su un progetto avvolto nel mistero. La pazienza è giunta al limite:
«Il tempo è scaduto! – conclude Parodi – Sono 10 anni che lo ripetiamo, ma in questa nuova partita la mancanza di rispetto nei confronti della città è ancora più evidente: si palesa attraverso una serie di iniziative pubbliche che vogliono dare la parvenza di partecipazione ed informazione, in realtà dalla prima assemblea del dicembre 2023, le informazioni vaghe che vengono date sono sempre le stesse, ed in più per tranquillizzare i cittadini vengono indicate di volta in volta scadenze per bocca di amministratori delegati, ministri ed esponenti di Governo, che non vengono mai rispettate senza giustificazione alcuna, ponendo un’ombra sul progetto».
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