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Parchi: scontro fra sindaci. Suvereto e San Vincenzo: «Ticciati usa la società»

Riccucci e Pasquini alla Ticciati: « Rispettata la convenzione del 2002. La Ticciati usa la società per un posizionamento politico». Tortolini: «per Campiglia è una Caporetto». Gelichi: «Speculazione politica»
Il parco archeologico di Baratti e Populonia e i tre sindaci Pasquini, Ticciati e Riccucci. In alto Tortolini e Gelichi
Il parco archeologico di Baratti e Populonia e i tre sindaci Pasquini, Ticciati e Riccucci. In alto Tortolini e Gelichi

VENTURINA. Uno scontro fra sindaci mai visto. La querelle su Parchi Val di Cornia si allarga. Suvereto e San Vincenzo replicano, accusando la Ticciati di usare la società per un proprio posizionamento politico. 

E sulla vicenda intervengono anche Matteo Tortolini, de La Svolta, quindi l’opposizione a Campiglia e Riccardo Gelichi di Ascolta Piombino.

Tutto è nato dopo una lunga nota della sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati, furiosa per la decisione di Piombino, San Vincenzo e Suvereto di modificare i criteri di contribuzione alla società Parchi Val di Cornia.

«Precedentemente basata sul numero di residenti – ha detto la sindaca – , la ripartizione dei costi passerà ora alla suddivisione per territorio. Questa modifica comporterà un notevole risparmio per Piombino e San Vincenzo, mentre per Campiglia Marittima si tradurrà in un pesante aumento del contributo, passando da 131.000 euro nel 2024 a circa 360.000 euro nel 2025».

San Vincenzo e Suvereto: «Parchi usata per un posizionamento politico»

Questa la nota congiunta dei sindaci Paolo Riccucci (San Vincenzo) e Jessica Pasquini (Suvereto).

«La tutela del Parco archeominerario di San Silvestro, così come di tutti i parchi e i beni affidati dai comuni a Parchi val di Cornia, è patrimonio di tutti e va salvaguardato dalla polemica e dalle approssimazioni. Il vero problema, per la società Parchi, per ciascun Comune e per ciascun elemento del patrimonio archeologico e naturalistico che la Parchi gestisce, è dato dalla volontà di utilizzare la società per un posizionamento politico, condotta che non ci appartiene».

«La Parchi, un’azienda pubblica chiamata tra mille difficoltà a gestire un patrimonio essenziale per la Val di Cornia, è nata da un progetto di grande visione degli anni ’90, che va salvaguardato, aggiornato e migliorato, perché finora le diatribe tra i soci l’hanno indebolito. Campiglia, dopo aver per prima chiesto a più riprese che venissero fissati i criteri per la ripartizione del contributo pur non avendone proposto alcuno, lamenta il tradimento della convenzione del 2002 sui criteri proposti da Piombino, San Vincenzo e Suvereto che poggiano su quella stessa convenzione».

San Vincenzo e Suvereto: «Criteri basati sulla convenzione del 2002»

«Difficile infatti – proseguono Riccucci e Pasquini – non interpretare le affermazioni della sindaca Ticciati come frutto della necessità di un posizionamento politico, perché la Convenzione del 2002 recita esplicitamente all’art 13, laddove si parla del contributo da parte dei comuni che “saranno ripartiti tra i Comuni titolari dei servizi, in proporzione al numero degli abitanti residenti ed ai servizi effettivamente attivati”. Se, dopo anni di altri criteri neppure esplicitati e formalizzati, si applica quanto contenuto in convenzione, non si vede dove possa essere lo scandalo e l’accusa di voler mettere in difficoltà Campiglia».

«Sulle cifre peraltro probabilmente non c’è stato il tempo necessario per prenderle in considerazione. Suvereto, come Campiglia e Piombino, subisce un incremento dei costi, San Vincenzo non risparmia ma resta alla contribuzione del 2024, proprio per l’intento mutualistico di dare il proprio contributo pur non avendo “servizi effettivamente attivati” attualmente gestiti dalla Parchi. Siamo tuttavia più che disponibili a prendere in esame ogni proposta che venga dal Comune di Campiglia e che sia finalizzata non a rovesciare sulla Parchi  una lotta di posizione, ma a garantire un futuro a tutto il sistema dei parchi».

«È necessario mettere un punto alle diatribe e spazzare via lo stallo che mette a rischio la società. C’è bisogno di migliorare tante cose e tanti servizi, è fondamentale avere un piano concreto pluriennale che valorizzi il patrimonio e rilanci la società rendendola più autonoma dai contributi pubblici. Su questa mission i soci devono presto trovare unità di intenti, non lasciarsi andare alle accuse».

La critica di Tortolini a Ticciati

La vicenda la definisce una Caporetto mal organizzata, Matteo Tortolini, capogruppo de La Svolta, perché nell’ultima assemblea dei soci, Piombino, San Vincenzo e Suvereto hanno approvato i nuovi criteri, mentre Campiglia ha votato contro, trovandosi di fatto isolata dal resto del territorio della Val di Cornia.

«Il Comune di Campiglia ha provato ad organizzare un fronte contro il Comune di Piombino con esito miseramente fallito – denuncia Tortolini -. Piombino, San Vincenzo e Suvereto approvano i criteri di ripartizione dei costi dalla Società dei Parchi e Campiglia vota contro rimanendo sostanzialmente isolata dal resto del territorio. Di fronte a questa Caporetto, tuttavia, non c’è affatto da rallegrarsi perché i problemi ci sono e vanno affrontati partendo dal presupposto che occorre fare il contrario della condotta che ha avuto il Comune di Campiglia in questa vicenda». 

«I servizi su Campiglia sono in perdita»

La condotta di Campiglia, infatti, secondo Tortolini è stata sbagliata sia nel metodo che nel merito.

«Nel metodo perché attaccare il socio di maggioranza a mezzo stampa come hanno fatto la sindaca di Campiglia e la sua maggioranza in questi mesi, non è proprio il miglior viatico per costruire nuovi accordi, oltre a dare un’immagine di confusione della società stessa. Nel merito perché se guardiamo i numeri, i servizi operanti nel Comune di Campiglia (il Parco di San Silvestro e Villa Lanzi ) sono in perdita per quasi 500.000 euro, una cifra che supera il contributo economico che eroga alla Parchi il Comune stesso e che erogherà anche con i nuovi criteri. Cosa vuol dire? Che questi servizi vengono pagati dagli altri soci».

«Campiglia chiede a Piombino 1 milione di euro»

La posizione di Campiglia è stata ulteriormente evidenziata dalla sua proposta di chiedere al Comune di Piombino di conferire alla società Parchi gli introiti dei parcheggi della Costa Est, che superano il milione di euro.

«Questo non è mutualismo – afferma Tortolini -, questo significa invocare il mantenimento della società da parte del Comune di Piombino. Di fatto Campiglia chiede a Piombino, con una certa prepotenza, di espungere dal proprio bilancio oltre un milione di euro».

La gestione dei parcheggi è peraltro un tema sensibile per tutti coloro che frequentano le aree balneari, sia a Baratti che sulla Costa Est.

Si è spesso sostenuto che Piombino abbia “cambiato la natura” della società nel 2011, ritirando la gestione dei parcheggi. Tortolini contesta questa narrazione:

«Non è vero. La natura di quella società cambiò quando da impresa patrimonializzata e capitalizzata che provava a stare sul mercato, è diventata un soggetto che gestisce di servizi per conto dei Comuni stessi – continua Tortolini -. In un contesto di riduzione delle risorse comunali, la decisione di Piombino nel 2011, così come quella odierna, appare del tutto comprensibile».

La verità secondo Tortolini

Ticciati denuncia un “tradimento” e la “fine di un modello mutualistico” che ha consentito di valorizzare i parchi e i musei gestiti dalla società, tra cui il Parco archeologico di Baratti e Populonia e il Parco Costiero della Sterpaia.

La sindaca critica il fatto che Piombino e San Vincenzo abbiano già incamerato direttamente importanti entrate (come i ticket dei parcheggi dei parchi e la gestione del parco di Rimigliano) che in precedenza confluivano nel bilancio della Parchi Val di Cornia.

«La verità è che non deve essere stato semplice approvare i nuovi criteri di ripartizione delle spese soprattutto per i Comuni più piccoli ed è possibile che ciascuno, nel tempo, misuri le ragioni di una partecipazione societaria valutando in modo più stringente costi e benefici. Anche per questo occorrerebbe cambiare schema. Fondare tutta la discussione su come ripartire costi pubblici crescenti rischia di alimentare frizioni.
Semplificando questa società dovrebbe aumentare i ricavi».

La decisione dei tre Comuni, con il voto contrario di Campiglia e Sassetta, mette a rischio il futuro della società e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale della Val di Cornia.

La proposta di Tortolini

La necessità di cambiare i ricavi: aumentare gli introiti:

«Contestualmente al nuovo contratto di servizio occorrerebbe un mandato chiaro al nuovo gruppo dirigente per l’elaborazione di un piano pluriennale di sviluppo. Un piano vero e concreto in grado di aumentare le fonti di reddito. Come ? Saranno i soci a valutarlo nel quadro delle norme vigenti, sicuramente in attività non necessariamente gestite in modo diretto, prevedendo nuovi ambiti di servizio alla balneazione, nuove attività correlate al turismo, nuove aree di parcheggio la dove se ne ravveda l’utilità, in valorizzazione di aree concessionate alla società stessa, in sviluppo delle energie rinnovabili. Un piano da cui scaturisca con grande trasparenza l’adeguamento degli strumenti urbanistici».

L’obiettivo ambizioso è ridurre significativamente il contributo a carico dei Comuni sostituendolo gradualmente con entrate produttive coerenti con la missione della società stessa.

«Io credo – conclude Matteo Tortolini -, che un tentativo serio per rilanciare su basi nuove questa società, in questi anni ben gestita, andrebbe fatto».

Un appello, dunque, a guardare avanti e a costruire un futuro più solido per la Parchi Val di Cornia.

«Niente di sconvolgente perché si tratta di potenziare ciò che già esiste e che fu pensato e realizzato qualche decennio fa nell’ ambito di una società immaginata per gestire beni culturali e servizi per il turismo. L’obiettivo? Ridurre significativamente il contributo a carico dei Comuni sostituendolo gradualmente con entrate produttive coerenti con la missione della società stessa. L’alternativa è che prima o poi si ponga il problema se questi servizi possano essere gestiti cercando soggetti sul mercato anziché tenendo in piedi una società pubblica. Io credo, invece, che un tentativo serio per rilanciare su basi nuove questa società, in questi anni ben gestita, andrebbe fatto».

Gelichi: «I nodi arrivano al pettine»

Riccardo Gelichi, di Ascolta Piombino, dice la sua sulla diatriba riguardante la società Parchi:

«Il dibattito sulla società Parchi Val di Cornia è una speculazione politica che ignora le vere soluzioni».

Il movimento sottolinea come la crisi finanziaria della Parchi sia stata innescata dalla decisione del Pd di sottrarre alla società gli introiti dei parcheggi, rompendo il principio di mutualismo tra i comuni.

Invece di discutere di chi debba contribuire di più, Ascolta Piombino auspica un rilancio imprenditoriale della Parchi, attraverso una gestione moderna, partnership private e la valorizzazione di aree come la Sterpaia, per generare reddito e rendere la società autonoma.  

 

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.

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