FOLLONICA. Decine di querele, integrazioni, atti. La produzione di documenti da parte degli avvocati delle parti civili che è andata avanti per mesi. E la loro richiesta, che è stata accolta: «Si proceda per stalking, non per diffamazione aggravata».
Il caso è quello dell’uomo che dal 2023 perseguita politici e giornalisti pubblicando fotomontaggi osceni sui social. Nonostante la prima udienza preliminare, l’uomo non ha smesso. E anzi, ha messo nel mirino anche i magistrati che si stavano occupando del suo fascicolo, la sostituta procuratrice Valeria Lazzarini e il giudice per l’udienza preliminare Marco Mezzaluna. Che ha deciso di far applicare la misura cautelare in carcere.
Alessandro Saitta, sabato 28 giugno, è stato prelevato ai carabinieri e accompagnato in via Saffi.
In carcere con l’accusa di stalking
Il procedimento nei confronti di Saitta, 56 anni, era partito con l’accusa di diffamazione aggravata. L’uomo, utilizzando vari pseudonimi, aveva cominciato a realizzare fotomontaggi osceni e a scrivere frasi offensive contro l’ex sindaco Andrea Benini, contro gli ex assessori, contro membri dello staff, i giornalisti e i politici follonichesi.
Ritratti, qualche volta con il simbolo della pupù piazzata in testa a mo’ di cappellino, altre volte in atteggiamenti sessuali espliciti. Fotomontaggi che poi erano stati pubblicati su decine e decine di pagine di Facebook. Pagine che venivano aperte e chiuse continuamente, utilizzate solo per portare avanti la sua attività.
Difeso dall’avvocato Davide Lera, Saitta aveva però sempre negato di essere stato lui l’autore di quei post che però erano stati trovati sul suo computer.
Una tesi, questa, che non ha convinto la procura, che aveva chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo. Gli avvocati delle parti civili, Domenico Fiorani, Cristina Solignani e Francesca Mondei più volte avevano chiesto ai magistrati che il capo d’imputazione per diffamazione aggravata fosse cambiato in stalking.
Dopo la prima udienza preliminare , alla quale Saitta non si è presentato, gli avvocati delle parti civili hanno integrato la documentazione sugli atti persecutori messi in atto dall’uomo. Atti persecutori che non riguardavano più soltanto i politici di centrosinistra di Follonica e i giornalisti ma anche gli stessi magistrati. La possibilità di chiedere la misura cautelare in carcere era già stata ventilata dopo la prima udienza preliminare. Un modo, per fermarlo, almeno temporaneamente. Con la speranza che l’esperienza in via Saffi, una volta uscito, lo possa tenere lontano dal computer e dalle pagine dei social.
Frasi misogine e video creati con l’intelligenza artificiale
Non c’erano soltanto i post nella produzione dell’uomo. C’erano le frasi, rivolte alle vittime dello stalker che si sono costituite parte civile al processo, denigratorie, offensive, omofobe, xenofobe e misogine.
E soprattutto, c’erano i video realizzati con l’intelligenza artificiale, video animati in cui le persone offese facevano sesso.
Un vero e proprio martellamento, continuo, quotidiano, costante. È questo quello che le vittime hanno subito a partire dall’aprile 2023. Un atto di violenza, nei loro confronti, che al momento si è fermato con l’ingresso dell’uomo in carcere.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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