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Occupazione, dazi, treno rotaie: allarme del consiglio di fabbrica Jsw

Le Rsu Jsw Steel – Piombino Logistics e Gsi chiedono un incontro urgente al ministero con il ministro Urso: «Vogliamo rassicurazioni»
L'ingresso della fabbrica Jsw e uno degli impianti
L’ingresso della fabbrica Jsw e uno degli impianti

PIOMBINO. Occupazione in calo, futuro del treno rotaie, dazi americani sul carbonio, che potrebbero condizionare l’arrivo dall’India di semilavorati: il consiglio di fabbrica delle Rsu Jsw Steel – Piombino Logistics e Gsi lancia l’allarme su più di un tema. Si teme per il futuro dello stabilimento e si chiede chiarezza sul progetto, visto anche il ritardo della firma del nuovo accordo di programma.

Per questo i lavoratori, che di accordi di programma che hanno programmato poco o nulla negli anni ne hanno visti anche troppi, chiedono un incontro al ministero, alla presenza del ministro Urso: «Visto che più volte ha espresso apprezzamento per il progetto di Jindal».

500 lavoratori attivi e 800 in cassa a zero ore

«Nel consiglio di fabbrica di lunedì 8 aprile le Rsu di Jsw Steel – Piombino Logistics e Gsi – scrivono – hanno sentito l’esigenza di fare un punto della situazione delle realtà del gruppo a fronte di un pericoloso silenzio calato sulla vertenza. Dopo il 7 di gennaio, la riorganizzazione attuata da Jsw ha fatto calare a 500 il numero degli attivi, aumentando a più di 800 i lavoratori posti in cassa integrazione a zero ore»

I dazi Usa sono un pericolo

«Dopo aver per sempre fermato la produzione dei prodotti barre e vergella, – prosegue il consiglio di fabbrica – la riorganizzazione ha ancor di più impoverito le conoscenze e la professionalità della fabbrica con il taglio di manutentori che oggi, fra mille difficoltà, si stanno guardando intorno per ricollocarsi nel mondo del lavoro».

«A poco servono le rassicurazioni dell’azienda sull’arrivo del materiale per il revamping del treno rotaie, fino a che non avremo tempistiche certe sull’investimento e sul reperimento del semiprodotto da lavorare, in un quadro di cambiamenti imminenti, visto che a gennaio 2026 entreranno in vigore i dazi europei sul materiale importato contenente carbonio (Cbma) e che a Piombino c’è chi festeggia perché Jsw non ha il forno elettrico nell’ultimo business plan, a differenza di ciò che prevede il vigente accordo di programma 2018».

Preoccupati per il futuro dell’unico impianto di laminazione

«Per questo c’è massima preoccupazione sul futuro dell’unico impianto di laminazione in funzione a Piombino. – spiega il consiglio di fabbrica –  Serve un incontro urgente per capire come sarà garantito il futuro dello stabilimento e come si pensa di organizzare i corsi di formazione (progetto Gol) da integrare economicamente per la riqualificazione del personale».

Rotaie, mancano le commesse

«A questo quadro di per sé già complesso si somma la discontinuità di produzione dell’unica linea produttiva (rotaie) per mancanza di commesse, con Rfi che fino allo scorso anno ha assicurato lotti di produzione rotaie, ma che oggi per probabili scelte legate all’incertezza sull’investimento del player indiano non vengono assicurate».

Accordo di programma, non abbiamo tempi certi

«L’incertezza ormai conclamata  riguarda anche gli altri due asset del gruppo (Piombino logistics e GSI): dopo la firma del memorandum a marzo scorso e l’intesa sulle aree per il progetto Metinvest, su Jsw non è ancora chiara la posizione delle istituzioni, così come non abbiamo tempistiche certe sul nuovo accordo di programma che a detta del management del gruppo dovrebbe dare il via all’investimento sul nuovo treno rotaie, alle banchine portuali e al nuovo asset delle produzioni di sfere (Gsi)».

Il ministro Urso ci incontri

«Per i motivi appena espressi come Rsu siamo a richiedere un incontro ministeriale urgente, meglio con la presenza del ministro Urso che più volte ha espresso apprezzamenti sul progetto Jindal, perché anche e non solo da lui abbiamo la necessità di ricevere rassicurazioni sulla reale fattibilità del progetto. Nei prossimi giorni saranno organizzate assemblee per confrontarsi con i lavoratori e decidere le iniziative necessarie per arrivare in tempi celeri alla convocazione richiesta».

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