PIOMBINO. Dall’abbattimento delle torri della centrale Enel al disegno di una Piombino che cambia: si è tenuto quest’oggi, martedì 1 luglio, al Castello di Piombino, l’evento dal titolo Rigenerazione urbana del paesaggio nelle aree industrializzate al quale hanno partecipato nomi illustri del panorama nazionale e internazionale culturale e urbanistico. A moderare l’incontro Cristiano Marcacci, direttore del quotidiano Il Tirreno.
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L’incontro di quest’oggi, il primo dei due organizzati in occasione del 25esimo anniversario della convenzione del consiglio d’Europa sul paesaggio, si è aperto con la presentazione da parte del sindaco Francesco Ferrari e con i saluti istituzionali di Sabrina Nigro, assessora al lavoro e attività produttive, turismo, cultura, e beni culturali, Roberto Martini, rappresentante permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa VM e Luigi La Rocca, capo dipartimento DiT.
I saluti istituzionali
Francesco Ferrari ha illustrato quali siano le intenzioni dell’amministrazione riguardo il polo industriale e ha parlato di obiettivi non solo nel settore lavorativo, ma anche con uno sguardo rivolto all’ambiente, motivo dell’incontro, voluto dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
«Oggi si apre uno scenario basato su una prospettiva positiva e sulla concretezza del polo siderurgico, motivo per cui questo percorso di rigenerazione lo stiamo affrontando tutti assieme – sostiene il sindaco Ferrari – Parliamo spesso e in modo particolare di riqualificazione del territorio. Quello a cui vogliamo arrivare è una nuova industria che non sia impattante sull’ambiente e, quindi, anche sui cittadini. Vogliamo un’industria che consenta finalmente una riqualificazione ambientale paesaggistica del nostro territorio».

Ferrari: «Un progetto che inorgoglisce»
Un progetto questo che inorgoglisce l’amministrazione perché, continua Ferrari: «Rappresentare un elemento positivo in chiave economica, ma non negativo per il paesaggio e per la salute è una forma industriale che consente anche in maniera concreta la convivenza con altre forme economiche del turismo».
Un incontro al quale hanno partecipato persone autorevoli tra cui anche i rappresentanti del governo, professori universitari, ingegneri di Metinvest Adria, architetti che hanno reso l’incontro entusiasmante, con una scaletta che ha mescolato la storia passata recente e futura della città di Piombino.
«L’obiettivo – sottolinea Nigro – è quello di unire settori come quello industriale e quello turistico. Bisogna pensare a Piombino come un punto di riferimento per i turisti ma che possa esserci in essa anche una rinascita della parte siderurgica. Un’industria che possa essere green senza sacrificare nuovi spazi. Una sfida che nei prossimi anni riporterà anche il lavoro».

Anche la scelta del Castello di Piombino come sede d’incontro non è stata casuale, come sottolineato dal rappresentante permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa, Roberto Martini: «È necessario riflettere sul valore del paesaggio come una responsabilità collettiva – dice Roberto Martini – per l’importanza che assume sulla qualità della vita. La scelta del Castello di Piombino, è stata pensata perché il Castello rappresenta un luogo simbolo per riflettere sull’importanza della riqualificazione paesaggistica. Il paesaggio non è solo memoria ma anche opportunità di innovazione in chiave ambientale ed economica».

La riconversione delle zone degradate
Le zone degradate devono essere riconvertite. La missione è quella di ricreare un paesaggio che sia anche leva per la rinascita dei posti di lavoro. In quest’ottica, il paesaggio non è statico, ma dinamico, e bisogna valorizzarlo, tutelandolo e salvaguardandolo.
Pensando al recupero delle aree compromesse e degradate, sostiene Luigi La Rocca: «Hanno pensato a Piombino come luogo simbolico dove passato e futuro si intrecciano tramite l’industria, pensando a ricostruirlo con progetti che ristabiliscano la tutela ambientale e paesaggistica».

«La missione è quella di creare uno sviluppo che integra ambiente, sviluppo e missione sociale, cambiando la narrativa di Piombino nell’immaginario collettivo. Le industrie hanno dato lavoro e si muovevano in una prospettiva di sviluppo. Le prospettive sono però ora cambiate e bisogna muoverci secondo altre modalità, restituendo centralità al paesaggio, creando nuovi spazi pubblici e ristabilire una sinergia con l’ambiente».
Aspetti storico culturali del polo siderurgico
Luca Villa di Metinvest Adria, si avvale del supporto dell’ingegnere Renzo Valentini, per rendere più sostanzioso il suo intervento: «La sinergia tra ambiente e industria è un tema oggi fondamentale – dice Villa -. Si può fare industria e innovazione solo se questa è abbinata agli aspetti sociali, ambientali e paesaggistici. Questo è possibile grazie allo sviluppo tecnologico sostenibile.

A Piombino esiste la possibilità di creare qualcosa di ex novo e ci permette di applicare quanto di meglio oggi esiste sul mercato. Ci sono ottocentomila metri cubi di rifiuti da smaltire, ma la nuova area sarà di 202 ettari, con una banchina portuale dedicata.
L’obiettivo è produrre prodotti per tutti i settori, anche quello automobilistico. L’idea di avere un impianto sartoriale in casa permetterà di soddisfare le esigenze di tutta questa frase di potenziali clienti, migliorando quella che è la competitività del sistema».
Dagli Etruschi ai giorni nostri
L’intervento del professor Renzo Valentini parte da lontano, dalla storia caratteristica del territorio della Val di Cornia, dalla produzione del ferro da parte degli Etruschi fino ad arrivare ai nostri giorni, sottolineando il fatto che la storia non è statica, ma dinamica, con alti e bassi ed è per questo che cambiano le modalità, le prospettive, gli obiettivi ed i metodi.

«Bisogna partire dalla storia del territorio e Piombino è identificato con l’acciaio nell’immaginario collettivo della popolazione. Tornando indietro nel tempo, basti pensare che una volta Etruschi e Romani producevano il ferro e proprio qui, in questi luoghi, sono nate le grandi intenzioni degli Etruschi sulle possibilità di produrre il ferro elevando la qualità della lavorazione».
L’industria tra archeologia e ecologia
Marco Casamonti ha portato l’esempio della riqualificazione urbana della ex centrale di Tor del Sale parlando di temi come l’archeologia industriale, l’ecologia e l’archeologica ambientale
«Due temi che mi stanno a cuore – dice Casamonti – sono l’archeologia industriale e l’ecologia industriale. I siti industriali devono trovare un nuovo modo per vivere in sinergia con il paesaggio. Ecologia industriale, Archeologia ambientale e archeologia del paesaggio, questi sono i nuovi termini con cui è possibile dare un avvio concreto alla riflessione di cosa accadrà a Piombino. Un destino che è già partito, Una nuova rigenerazione urbana la si avrà se si vanno a ridimensionare le volumetrie. Dobbiamo tornare con forme nuove a quella congiunzione di architettura e natura, tra uomo e ambiente, tra attività umane e paesaggio. Non ci deve essere contrapposizione tra lavoro dell’uomo e la natura».

«Per far questo però servono non solo le istituzioni ma anche i privati. Il privato ha comprato anche Torre del Sale, proprio perchè in un’ottica di rigenerazione, questa non poteva rimanere separata».
Ad intervenire anche Benedetta Tagliabue che ha portato la sua esperienza da Barcellona, un progetto, quello della riconversione del mercato del quartiere di Santa Caterina e la rigenerazione del porto di Amburgo che è durata trent’anni.

«Nei luoghi in cui l’ambiente sano è una priorità poi si vive anche bene, si lavora meglio – dice – La rigenerazione è fondamentale e va pensata come un tutt’uno con l’ambiente, così come è stato fatto per il nuovo water front di Amburgo».
Filippo de Rossi, ha portato l’esperienza del parco urbano di Bagnoli che prevede una rinaturalizzazione del sito e una riconsegna sociale grazie ad un’ottica di sostenibilità ambientale.

«Bisogna tornare ad un rapporto simbiotico con la natura» puntualizza De Rossi.
Per finire il sindaco Francesco Ferrari ha letto l’intervento del ministro Alessandro Giuli, che a causa di impegni amministrativi imprevisti, non è riuscito a partecipare di persona all’incontro.
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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