PIOMBINO. Il canile di Piombino funziona, a dimostrarlo le tante adozioni che negli ultimi mesi hanno cambiato le vite di Cucciolo, Rollo, Lara, Lapo, Kira, Brando e Giotto. Cani con una storia complessa alle spalle, ma che con i giusti interventi veterinari possono vivere una vita sotto controllo e sono riusciti a trovare le famiglie che li hanno accolti con amore.
Il caldo torrido di questi giorni, però, e l’ambiente in cui il complesso si trova hanno causato una diminuzione delle visite dei volontari oltre ad altre problematiche importanti.
Le adozioni
C’è la storia di Lapo, un cucciolo di 5 mesi simil labrador con una cardiopatia, una patologia da cui è potuto guarire grazie ad un intervento chirurgico effettuato nell’arco del percorso pre-adottivo, e ha trovato una famiglia consapevole che lo ha accolto e seguito nella ripresa.
C’è Kira, meticcia di pastore tedesco anziana, con una sintomatologia neurologica degenerativa che durante il percorso fisioterapico di cura predisposto dal canile ha incrociato lo sguardo dell’umano che le ha dato una casa e una seconda opportunità .
E poi Freddy e Zuma, coppia inseparabile da 5 anni nel box del canile: nel loro caso il destino ha bussato alla porta per Zuma, ma nel percorso pre-adottivo, grazie al supporto degli operatori, anche Freddy ha seguito la sua compagna nella nuova casa.
La storia del canile di Piombino
Amministrato prima da Enpa poi, a partire da novembre 2024 il canile municipale di Piombino è gestito dalla Cooperativa Il Melograno con particolare attenzione, ma Maria Cristina Biagini, presidente dell’associazione La Casa di Margot, vuole porre l’attenzione su un problema in particolare, unica pecca di un canile che funziona e che potrebbe dare ancora di più.

«Quando venne pensato il canile dove si trova adesso, ovvero nella zona industriale, l’unica direttiva che venne data al progettista fu quella di creare questo spazio laddove i cani non potessero dare noia, con le loro voci, al vicinato. Dai macelli, dove si trovava prima, venne quindi realizzato in via Po 39, un luogo isolato. E se l’intento dell’amministrazione precedente fu quello di voler isolare i cani, ci riuscirono alla perfezione».
Un luogo isolato in mezzo ai camion

«I problemi legati allo stabile odierno sono però evidenti. Nel bel mezzo dei capannoni della zona industriale di Piombino, diventa impossibile poter anche solo portare i cani fuori per una passeggiata. Se dove era situato in precedenza, le persone potevano far visita ai cani raggiungendo il canile a piedi, adesso possono farlo solo se hanno a disposizione un’auto. I box in cui vivono, sono pensati ad arte, sono termicamente isolati per cui il caldo non nuoce, sono state messi dei teli verdi ombreggianti nel recinto di fronte, in modo tale che possano uscire senza prendere colpi di calore. Ma all’esterno, non c’è neanche un albero. Il bianco delle pareti dei box è l’unica cosa che questi animali vedono tutto il giorno. Una via a piedi del tutto impercorribile, dove ci passano solo camion, fatta di asfalto che con il sole di questi giorni arriva ad una temperatura di oltre 58 gradi, per cui i cani si ustionerebbero le zampe, ma anche per i volontari che li portano a spasso è inimmaginabile».
Il nuovo canile nasce dopo la causa fatta dall’avvocato Alessandro Napoleoni e dalla moglie Simona Salini a fine 2015, che chiedevano di spostarlo dalla zona del cimitero, a causa dei rumori insopportabili e della presenza di topi. Nell’ottobre del 2016 il tribunale ha dato loro ragione e ha imposto. L’affidamento dei lavori per il nuovo canile risale al 2017, l’inaugurazione (sindaco Giuliani) c’è stata nel marzo 2019. Ora il Comune ha un finanziamento per un ampliamento
Biagini: «Manca la piantumazione»
Una critica costruttiva quella di Biagini che ha l’esclusivo ed unico intento di migliorare la condizione paesaggistica del sito.
«Sono consapevole del fatto che il canile non si può spostare: è un’infrastruttura ben realizzata e che ha avuto un costo di realizzazione oneroso. Però, apportare delle migliorie al sito è sempre possibile. Quello a cui penso è riuscire a piantumare degli alberi che crescendo, con il tempo e la giusta irrigazione, possano rendere il posto più vivibile sia per chi ci lavora che per i cani stessi in primo luogo. Qualcosa è stato messo, ma non è sufficiente, dobbiamo lavorare sul miglioramento del paesaggio attorno ai box».
Si parla tanto di tutela ambientale, paesaggio e benessere. È proprio in questa direzione che l’appello di Maria Cristina Biagini vuole muoversi. Se vivere in un posto alberato ed accogliente permette di migliorare il welfare delle persone sia a livello fisico che mentale, perché non dovrebbe essere la stessa cosa anche per i nostri amici a quattro zampe?
Alcune foto dei cani adottabili
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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