PIOMBINO. Si è tenuta martedì 2 dicembre la presentazione ufficiale del corso di formazione per aspiranti assistenti bagnanti. L’iniziativa si svolgerà all’interno della piscina comunale Marchino Balestri, gestita dall’Olimpic Nuoto Napoli, molto vicina a questo progetto, e quest’anno ha riscosso un notevole successo.
L’interessamento sempre maggiore è avvenuto grazie all’impegno congiunto dei dirigenti scolastici, alla professionalità degli insegnanti di educazione fisica e al dialogo attivo tra il sindaco Francesco Ferrari e i vertici degli istituti superiori di Piombino.
Questa sinergia ha permesso di condurre una campagna di sensibilizzazione efficace sull’importanza del brevetto, portando a un netto incremento delle adesioni: sono stati registrati circa un centinaio di candidati, a fronte dei soli trenta iscritti dello scorso anno.
La campagna di sensibilizzazione nelle scuole
L’appoggio dei dirigenti scolastici e del sindaco Francesco Ferrari ha permesso di avvicinare al corso intorno ai 115 candidati provenienti dalle scuole:
«Dopo la fase di interessamento e di presentazione del corso, in questi giorni si stanno perfezionando le iscrizioni, con la presentazione delle domande. Sono 90 gli studenti accertati che hanno terminato la fase dell’iscrizione – spiega Massimo Giuliani, direttore tecnico della piscina Marchino Balestri – A questi si aggiungono anche una decina di persone private, sia giovani che meno giovani».
L’intera procedura per decidere chi avrebbe potuto accedere al corso è stata piuttosto complessa ed ha seguito un iter che è iniziato già da settembre.
«Dopo la campagna di sensibilizzazione, le scuole hanno inviato alla federazione italiana nuoto la lista dei possibili candidati. L’elenco è stato poi vagliato dalla federazione che lo ha poi rinviato a me in quanto responsabile locale della sezione salvamento. A questo punto abbiamo avviato le procedure per l’attivazione del corso».
Discorso diverso, invece, è per i privati, cioè i comuni cittadini, che hanno ancora la possibilità di iscriversi autonomamente. Per loro, le iscrizioni al corso si chiuderanno a gennaio, termine ultimo per accedere alla formazione.
Dalle piscine al mare aperto, un corso pensato per l’ottenimento del brevetto completo
Il corso completo si articolerà in due fasi, la prima riguarderà il conseguimento del brevetto di assistenti bagnanti per le piscine che si concluderà intorno agli ultimi di marzo. La seconda fase è dedicata all’ottenimento del brevetto in mare, acque interne e piscine, un corso integrativo per passaggio al MIT, la massima categoria, che inizierà ad aprile e terminerà i primi di maggio, in tempo per l’inizio della stagione balneare 2026.
«È un percorso lungo e impegnativo che impiegherà cinque mesi che. Si sommeranno, dunque, alle ore di teoria eseguite con la didattica a distanza, quelle di teoria in presenza dove i ragazzi verranno formati dagli allenatori di salvamento di Piombino e dal dottor Massimo De Stefano, medico della nostra sezione».
«Oltre a questo, ci sarà la pratica con le 15 ore di esercitazione in piscina e le ore in mare, suddivise tra la voga, la corsa sulla sabbia e le tecniche di ingresso in mare. Tutto ciò è stabilito dal decreto legge numero 85 del maggio 2024 del ministero dei trasporti, la normativa che regola anche la formazione degli assistenti bagnanti».
L’osservatorio nazionale
Esiste ormai da qualche anno un osservatorio nazionale sugli annegamenti, di cui fanno parte medici, geologi ed esperti del settore che analizzano tutto. L’osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti in Italia ha formulato raccomandazioni per la sicurezza nelle acque di balneazione. Dal 2003 al 2020, 6.994 persone sono morte per annegamento, con una media annua di 389 decessi. Le principali cause includono malori, correnti di ritorno e fondali irregolari.
Per prevenire questi incidenti, l’osservatorio propone misure di gestione del rischio, informazione al pubblico e sorveglianza. Particolare attenzione è dedicata alla prevenzione degli annegamenti tra bambini e adolescenti, con campagne informative, corsi di nuoto e collaborazione interistituzionale per migliorare la sicurezza nelle attività di balneazione.
«Secondo quanto studiato dall’osservatorio, si è notato che laddove ci sono i piani collettivi di salvamento, i decessi in mare diminuiscono. Dove, invece, manca una regia che stabilisca piani di emergenza collettivi, Emergency action plan, in cui gli assistenti bagnanti vengono coordinati e delle procedure studiate, il numero degli annegamenti sono maggiori».
Un corso che abilita al mestiere
Il corso di assistente bagnante non è solo importante dal punto di vista della sicurezza e della salute dei bagnanti, ma è anche un trampolino di lancio per i ragazzi che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro:
«La figura di assistente bagnante diventerà sempre più ricercata in futuro. Si prevede, infatti, un’implementazione dei piani di salvamento collettivi, anche grazie al volere della Guardia Costiera. Il compito di chi ha questa professionalità è quello di prevenire, sorvegliare e salvare delle vite ed è una responsabilità importantissima. Questi ragazzi si troveranno a terminare il corso con un mestiere in mano e, se lo vorranno, saranno inseriti immediatamente nel mondo del lavoro tramite il consorzio Costa Est e le agenzie del lavoro. Potranno lavorare in zona oppure scegliere di andare altrove dal momento in cui il brevetto abilita al lavoro in tutto il territorio nazionale».
La preparazione psicologica dietro la pratica
La figura dell’assistente bagnante racchiude un ruolo di massima responsabilità. Vengono salvate delle vite, purtroppo però ci sono anche alcuni casi in cui i decessi sono inevitabili anche per cause di forza maggiore. Per questo, oltre alla teoria e la pratica, ai ragazzi viene data anche una preparazione psicologica:
«Cerchiamo di prepararli anche in questo senso, anche se nessuno lo è mai veramente una volta di fronte al fatto concreto. È molto importante capire che è un ruolo di estrema responsabilità non solo psicologica ma anche dal punto di vista civile, penale ed amministrativa».
«A volte capita che pur svolgendo al meglio il proprio mestiere, seguendo tutte le linee guida studiate, non si arrivi ad una risoluzione felice del salvamento. Ed è importante che quando ciò avviene, chi sta accanto al ragazzo si accerti che questi elabori al meglio il trauma, perché il più delle volte si sta parlando di ragazzi giovani, estremamente sensibili, che possono andare incontro ad un disturbo da stress post traumatico. È importante, dunque, che venga loro fornito il massimo supporto da parte degli allenatori, dei datori di lavoro e dei famigliari».
