SCARLINO. Tra i soggetti interessati ad acquisire Venator Italia, l’azienda chimica di Scarlino, c’è anche Nuova Solmine.
La conferma arriva da Gian Luca Fè, segretario regionale della Femca Cisl, dopo l’incontro di aggiornamento annuale tra vertici aziendali, sindacati, lavoratori e Confindustria Toscana Sud.
«Siamo usciti dal confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy – ricorda Fè – con la rassicurazione sull’interesse di più soggetti pronti ad acquisire Venator. Oggi abbiamo avuto conferma che tra questi c’è proprio Nuova Solmine».
Un legame industriale e produttivo stretto
Il legame tra Venator e Nuova Solmine è profondo: le due aziende sono da anni collegate da rapporti industriali e produttivi.
La crisi dello stabilimento di Venator ha avuto effetti diretti sulla produzione di Nuova Solmine Scarlino, che nel 2014 realizzava 170mila tonnellate di prodotto destinato alla fabbrica scarlinese.
Oggi, nel 2025, la produzione destinata a Venator è pari a zero.
«Nuova Solmine – spiega Fè – si è costruita un mercato alternativo, ma la situazione non può reggere ancora a lungo. A pesare sono la diminuzione delle vendite mondiali di acido solforico e l’aumento del costo dello zolfo, materia prima fondamentale».
Il rischio per tutto il polo chimico di Scarlino
Durante l’incontro, l’ingegner Mansi ha ribadito: «Venator è essenziale. Senza di essa, anche Nuova Solmine rischia tempi bui».
Secondo la Femca Cisl, le difficoltà di Venator si ripercuotono su tutto il polo chimico del Casone di Scarlino, una realtà produttiva che dà lavoro a centinaia di persone.
Nonostante il calo di produzione, Nuova Solmine Scarlino è riuscita a evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali, esportando circa il 50% del prodotto all’estero.
Ma questa strategia ha ridotto la marginalità e non potrà essere sostenuta a lungo.
Il tempo delle decisioni per il futuro di Venator
Nelle prossime settimane l’azienda procederà con la manutenzione degli impianti, senza ricorrere alla cassa integrazione.
«Se la produzione resterà ai livelli attuali – conclude Fè – le conseguenze saranno tragiche per i lavoratori. Le decisioni sul futuro di Venator sono decisive per tutto il polo chimico di Scarlino e per Nuova Solmine».
Si è tenuto stamani, nella sede di Confindustria Toscana Sud di Grosseto, l’incontro tra Nuova Solmine e le organizzazioni sindacali territoriali.
Durante la riunione, l’azienda ha illustrato l’andamento del mercato europeo e italiano dell’acido solforico, analizzando i livelli produttivi e l’evoluzione della domanda.
Giovannetti (UILTEC): «Serve una realtà italiana, solida e legata alla Maremma»
«Come più volte ribadito anche nei tavoli istituzionali – spiega Giovannetti – riteniamo fondamentale che un sito strategico come quello di Venator venga rilevato da una realtà italiana, radicata sul territorio. È un elemento decisivo per garantire la tutela ambientale, la continuità produttiva e le prospettive occupazionali e di sviluppo per l’area industriale di Scarlino e per l’intera provincia di Grosseto».
Attesa per il ruolo delle istituzioni regionali
Secondo UILTEC, si tratta di una fase cruciale e delicata, nella quale sarà essenziale il contributo delle nuove istituzioni regionali appena insediate.
Il sindacato chiede che si confermino garanti e sostenitrici del percorso avviato, evitando ostacoli che possano rallentare o compromettere un processo da cui dipendono le prospettive industriali e occupazionali del territorio.
«Occorre proseguire con determinazione verso la riattivazione del sito Venator, accompagnando questo percorso con tutte le infrastrutture e autorizzazioni necessarie», sottolinea UILTEC Toscana Sud.
UILTEC Toscana Sud: «Progetto chiaro e garanzie per i lavoratori»
Per il sindacato è fondamentale che qualunque soggetto subentri nell’acquisizione presenti un progetto industriale chiaro e vincolante, capace di assicurare la continuità produttiva, la tutela delle competenze e lo sviluppo a lungo termine.
«Continueremo a seguire con la massima attenzione ogni fase – conclude UILTEC Toscana Sud – ponendo al centro le garanzie per i lavoratori, la salvaguardia ambientale e una prospettiva industriale solida e duratura».




