GROSSETO. Da oltre cinquant’anni la SS1 Aurelia attende di diventare una vera superstrada. Tra San Pietro in Palazzi e Tarquinia il progetto si è arenato più volte, ma il tratto che desta maggiore allarme resta quello fra Ansedonia e Pescia Romana, dodici chilometri che attraversano Capalbio e che rappresentano l’ultimo segmento della Toscana prima dell’ingresso nel Lazio.
È qui che si concentra il famigerato lotto 5A, una porzione di viabilità rimasta all’epoca delle strade a raso. Una corsia per senso di marcia, accessi privati direttamente sulla carreggiata, svolte pericolose e nessuna barriera fisica tra le due direzioni.
Gli interventi di adeguamento sono già progettati e inseriti nel contratto di programma tra ministero delle infrastrutture e Anas, pronti per essere messi a gara. Tutto però si è fermato dopo il definanziamento deciso nei mesi scorsi dall’esecutivo nazionale.
Le richieste del Pd: tornino i fondi per i lavori
Il Partito democratico ha riportato il tema al Senato con quattro emendamenti alla legge di Bilancio. Il primo punta a ripristinare l’intero pacchetto di risorse destinato alla Tirrenica, pari a 1,8 miliardi di euro in sei anni. Il secondo riguarda nello specifico il lotto 5A: 264,9 milioni che il Pd propone di recuperare spostando fondi attualmente previsti per il Ponte sullo Stretto, scelta che ha una valenza chiaramente politica.
Con il terzo emendamento si chiede al ministero di definire entro febbraio 2026 l’ordine delle priorità, mentre il quarto punta a restituire ad Anas gli 80 milioni necessari ad acquisire i progetti predisposti da Autostrada Tirrenica per i lotti 5A e 6B.
«Il governo Meloni non ha più alibi. Questi interventi sono urgenti e scritti in maniera limpida» afferma il deputato grossetano Marco Simiani, che ha convocato la conferenza stampa a Montecitorio insieme a rappresentanti regionali e amministratori locali.
Regione Toscana: «Serve un segnale concreto»
Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha ribadito che il primo passo dovrà essere il recupero dei 265 milioni destinati al lotto più critico.
L’assessore Leonardo Marras ha parlato dell’esigenza di «stanare l’esecutivo da un immobilismo che sta penalizzando un territorio intero», ricordando che le comunità locali sono ormai da anni unite sulla soluzione della messa in sicurezza.
Il nuovo assessore regionale alle infrastrutture, Filippo Boni, ha assicurato che la Regione è pronta a fare la sua parte, ma ha aggiunto che la spinta decisiva deve arrivare da Roma.
La lettura politica della contesa
La deputata Laura Boldrini ha definito la scelta del governo Meloni «una punizione politica nei confronti della Toscana», regione da sempre governata dal centrosinistra. «Non si può ragionare in termini di vendetta», ha detto durante l’incontro, una posizione condivisa dalla senatrice Ylenia Zambito.
Per il responsabile regionale del Pd Francesco Gazzetti «la credibilità del governo passa anche da qui», ricordando come in comuni simbolici, come Capalbio, la Lega abbia raccolto percentuali minime alle ultime elezioni.
Il sindaco di Livorno Luca Salvetti ha ricordato che la costa settentrionale ha oggi collegamenti strategici con porto, autostrada e ferrovia, mentre verso sud la continuità infrastrutturale resta interrotta proprio dalla mancata realizzazione della Tirrenica.
Capalbio, il territorio più esposto: «Fate presto, è questione di umanità»
Il tratto più delicato ricade nel territorio di Capalbio. Il sindaco Gianfranco Chelini ha portato la sua testimonianza diretta: «In quei dodici chilometri continua a scorrere sangue. Chi la percorre ogni giorno vive un rischio costante».
Chelini ha chiesto che l’opera venga completata anche «in nome di Altero Matteoli», l’ex ministro che si batté per l’autostrada e che perse la vita proprio lungo quella strada nel 2017.
Secondo il primo cittadino la situazione è «insostenibile», una contabilità di incidenti che ricorda, pur nella sua continuità, la tragedia del ponte Morandi: «Lì le vittime furono tutte insieme, qui se ne aggiunge una alla volta, e il giorno dopo si dimentica».
Una strada ferma agli anni Sessanta
Per Marras il tratto tra Ansedonia e Pescia Romana «non è più una strada, è una mulattiera». Centinaia di incroci a raso, innesti pericolosi e mancanza di protezioni rendono quotidiano il rischio per automobilisti e lavoratori.
La comunità locale, dopo anni di contrasti fra sostenitori dell’autostrada e del semplice adeguamento, si è compattata sulla richiesta di una messa in sicurezza immediata, senza alternative.
Negli ultimi mesi gli incidenti si sono susseguiti: collisioni, frontali, vittime. «È un fatto di civiltà» ha concluso l’assessore regionale. «Chi vive e lavora in questa parte di Toscana non può essere ulteriormente penalizzato».
La sfida politica e la necessità di una decisione
I parlamentari Pd hanno presentato gli emendamenti «perché non è più possibile attendere», ha ribadito Simiani. «Questa infrastruttura è vitale per la Maremma e per l’intero corridoio tirrenico».
Boldrini ha aggiunto che «non si può accettare che il ponte sullo Stretto diventi l’opera che assorbe ogni risorsa», mentre il sindaco Salvetti ha ricordato come la continuità della costa sia fondamentale anche per Livorno.
In collegamento, Giani ha sottolineato come la Regione abbia già discusso con Anas un nuovo accordo di programma che comprende vari interventi, cinque dei quali già cantierabili. «Ma senza la collaborazione del governo non è possibile posare nemmeno la prima pietra» ha detto il presidente. «La Regione è pronta a fare la sua parte, ma serve che l’esecutivo accolga l’emendamento e permetta ad Anas di assumersi la gestione di questa arteria fondamentale».