PORTO SANTO STEFANO. Una pensionata di 76 anni si trova oggi senza casa, dopo oltre dieci anni trascorsi in una struttura di emergenza a Lividonia. Non riuscendo più a pagare regolarmente l’affitto, la donna ha visto sfumare anche la possibilità di ottenere un sostegno economico.
A segnalare la vicenda è Priscilla Schiano, consigliera comunale di opposizione a Monte Argentario.
La donna, racconta Schiano, aveva cercato di non pesare sui figli e di risolvere da sola la situazione, arrivando perfino a tentare un finanziamento per coprire gli arretrati: partiti da 70 euro al mese, sono diventati col tempo una cifra insostenibile.
Una vita sospesa in una casa temporanea
Priscilla Schiano, consigliera di Forza Italia e da sempre attenta ai temi sociali, racconta con amarezza: «Ho seguito molte persone in emergenza, suggerendo di fare domanda per un alloggio stabile. In passato controllavo chi era in ritardo con i pagamenti, evitando che le spese legali peggiorassero le cose. Oggi queste dinamiche sembrano essersi perse».
La consigliera sottolinea come la gestione delle emergenze abitative sia diventata confusa e lenta, lasciando sole le persone più fragili.
Burocrazia e controlli mancati: l’ufficiale giudiziario alla porta
Secondo quanto ricostruito, la 76enne si è trovata improvvisamente con l’ufficiale giudiziario alla porta, senza che il Comune o l’Istituto per l’edilizia pubblica (IPG) intervenissero per tempo.
La procedura delle case di emergenza prevede controlli economici e verifiche periodiche, ma in questo caso nulla è stato fatto.
Costretta a lasciare la casa con tutti i suoi beni, la donna è stata ospitata temporaneamente in un bed & breakfast, con costi elevati e senza prospettive concrete per un alloggio stabile.
«Trovo assurdo – denuncia Schiano – che una persona che oggi avrebbe i requisiti per rientrare nella graduatoria delle case popolari non possa farlo subito. Intanto resta senza casa, mentre appartamenti sfitti restano bloccati dall’EPG, senza manutenzione e senza possibilità di assegnazione. È una gestione sociale vergognosa».
Case vuote, persone in strada
Per la consigliera si tratta di un problema più ampio: lentezza burocratica, mancanza di coordinamento tra enti e procedure confuse che penalizzano proprio chi avrebbe più bisogno di aiuto.
«Non basta risolvere un singolo caso», aggiunge Schiano, «bisogna avere una visione chiara del territorio. Il sociale deve essere attivo e presente, non un’astrazione burocratica».
Dietro i ritardi e le carte ci sono vite sospese, persone che rischiano di finire per strada pur avendo diritto a un alloggio.
Il caso della signora di Lividonia è solo uno dei tanti esempi di emergenza abitativa a Monte Argentario, un problema che tocca sempre più famiglie e anziani.
Senza una gestione efficace, anche le strutture di emergenza rischiano di trasformarsi in trappole temporanee, incapaci di offrire una vera soluzione abitativa.




