ORBETELLO. Come previsto, il maltempo si è abbattuto con forza sulla zona sud della Maremma. Martedì 9 settembre un violento nubifragio ha colpito in particolare Albinia, la frazione che ha registrato i maggiori danni e criticità.
Le strade principali sono finite sott’acqua, la viabilità è andata in tilt e diversi poderi e abitazioni hanno subito allagamenti.
Secondo Domenico Covitto, esponente politico del territorio, non si tratta soltanto di una calamità naturale: «Albinia paga il prezzo di scelte amministrative miopi e di una gestione sbagliata».
Covitto: «Albinia unico centro con le fogne miste»
Covitto punta il dito su una situazione che definisce paradossale: «Albinia si allaga con acque piovane e reflue. Penso sia l’unico centro abitato in Italia ad avere ancora le fognature miste – attacca – Anzi, dimenticavo che ci sono anche altre località del comune di Orbetello che le fognature non ce l’hanno proprio, come Giannella e Ansedonia».
Il politico accusa l’amministrazione di aver incassato negli anni gli oneri di urbanizzazione senza però investirli in opere fondamentali: «Le fognature non si vedono – dice – e forse per questo non sono mai state una priorità».
Come funziona il sistema e perché va in tilt
Le fognature miste raccolgono contemporaneamente acque reflue (nere) e piovane (bianche). Tutto confluisce, tramite impianti di pompaggio, al depuratore di Terrarossa. Ma durante i nubifragi il sistema non regge: i chiusini saltano e dalle strade fuoriescono reflui misti, con gravi rischi igienici.
«Il depuratore è tarato su flussi costanti – spiega Covitto – ma nei temporali subisce picchi ingestibili. Così, ad ogni rovescio, Albinia si trasforma in una palude maleodorante».
Dopo l’alluvione del 2012 promesse rimaste sulla carta
Il ricordo va al drammatico alluvione del 2012, quando era stata sottolineata la necessità di rifare completamente il sistema fognario. «La Maremmana venne ricostruita con fondi statali – spiega Covitto – ma da allora l’attenzione è svanita. Gli amministratori hanno preferito concentrarsi su opere visibili, come scuole e asfaltature, mentre i tubi sotto terra restavano quelli di cento anni fa».
Via Raffei è l’esempio simbolo: riasfaltata con grande clamore politico, ma puntualmente allagata ad ogni temporale.
La scuola da oltre 5 milioni
Altro tema affrontato da Covitto è quello della nuova scuola di Albinia, il cui costo è lievitato negli anni: dai 2,4 milioni stimati inizialmente, ai 5,3 milioni attuali.
«Una cattedrale nel deserto – commenta – finanziata in gran parte con le tasse dei cittadini, in un momento in cui gli alunni diminuiscono. Intanto, le fogne restano quelle del 1900».
«Un inverno difficile»
Per Covitto, l’ennesimo nubifragio è un campanello d’allarme: «Non riguarda solo Albinia, ma anche altre zone del territorio. L’inverno si annuncia complicato, non possiamo più far finta di nulla».
La sua denuncia è chiara: il Comune avrebbe privilegiato opere di facciata a scapito di infrastrutture essenziali. E il risultato, tredici anni dopo l’alluvione, è sotto gli occhi di tutti: «Il vestito nuovo non copre la cacca che esce dai chiusini».



