PIOMBINO. A firmare la lettera da inviare alla presidente del consiglio Meloni per chiedere il rispetto degli accordi sul rigassificatore, dopo il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, anche la sindaca di Campiglia marittima, Alberta Ticciati.
Al centro della polemica sul rigassificatore c’è, oltre alla tutela dell’ambiente e del territorio, l’autorizzazione in scadenza.
Luglio 2026 ormai è vicino e porti disponibili che garantiscano la dipartenza del rigassificatore non ci sono. L’ipotesi Vado ormai è decaduta. Ormai la fabbrica galleggiante è nel porto piombinese e l’ipotesi che lì resti è molto più concreta di qualsiasi altra opzione, visto anche quanto è stato investito per realizzare le infrastrutture di collegamento.
I Comitati si sono uniti e hanno scritto una lettera indirizzata direttamente alla presidente del Consiglio affinché lei, in prima persona si assuma la responsabilità del futuro della nave a gas.
Ticciati: «Inaccettabile che non si rispettino i tre anni»
Le firme raccolte si avvicinano a circa un migliaio, tra queste anche quelle di alcuni dei sindaci della Val di Cornia. L’altra settimana è stato il sindaco Francesco Ferrari a sostenere la petizione, ieri, venerdì 29 giugno, anche Alberta Ticciati dimostra di essere dalla parte dei cittadini.
«Ho firmato la petizione promossa dai Comitati perché è necessario che si rispetti il termine dei tre anni per la permanenza del rigassificatore a Piombino, condizione imposta dal commissario Giani e accettata dal Governo nazionale. Inaccettabile che la si metta oggi in discussione, così come inaccettabile è non aver ancora visto le compensazioni promesse dal Governo Meloni per “ripagare” l’enorme sacrificio del nostro territorio».
«Per questa ragione, in coerenza con la posizione tenuta sin dal primo momento, ho ritenuto di sostenere questa iniziativa che altro non fa che chiedere al Governo Meloni ciò che è stato promesso, ciò di cui questo territorio ha diritto oltre che necessità».