Marras ora è in campo: «Vorrei restare nel mio ruolo, per la Maremma» | MaremmaOggi Skip to content

Marras ora è in campo: «Vorrei restare nel mio ruolo, per la Maremma»

Leonardo Marras presenta la sua candidatura alle regionali: «Da quando sono in giunta è cambiato il rapporto con Firenze». Dall’agricoltura, alla sanità, al territorio, al turismo: «C’è ancora molto da fare»
Leonardo Marras
Leonardo Marras

GROSSETO. A spendersi in prima persona, con Elly Schlein ed Emiliano Fossi, per fargli avere la deroga e, quindi, la candidatura, è stato lo stesso Eugenio Giani: «Fate come volete, ma Marras lo voglio». Dopo il bottino di preferenze di cinque anni fa, il più votato in Toscana, il candidato governatore di San Miniato sarebbe stato poco astuto a rinunciare all’assessore maremmano, sacrificandolo sull’altare delle scaramucce fra correnti.

Ma la stima fra i due va ben oltre i numeri, perché il lavoro di Leonardo è stato eccellente in due dei pilastri della Regione, l’economia e il turismo che, per gran parte, in Toscana sono la stessa cosa.

Non per nulla da Giani la richiesta è arrivata anche per Simone Bezzini, titolare del terzo pilastro, la sanità. Le altre due deroghe, per Mazzeo e la Nardini, sono state concesse su richiesta del Pd nazionale.

Così Leonardo Marras, al quale qualcuno voleva fare il funerale, è vivo e più combattivo che mai.

Da capolista nel collegio di Grosseto punta a conquistare un risultato che, oltre a garantirgli il posto in consiglio regionale, gli consenta di proseguire nel suo lavoro in giunta: «Un lavoro che, in cinque anni, ha cambiato il rapporto della Maremma con Firenze. Certo, c’è ancora molto da fare, non tutto è stato perfetto, ma con il mio mandato credo di aver sensibilmente avvicinato al governo regionale un territorio che molte volte si è sentito abbandonato. Di me qualcuno ha detto “lui è un telefono che risponde“, sono parole in cui mi riconosco. Quindi vorrei proseguire per altri cinque anni, per il bene della terra che amo. Poi, è chiaro, le scelte le farà Giani».

Una campagna elettorale la sua che riparte dai temi che più stanno a cuore alla Maremma: l’agricoltura, la sanità pubblica, il governo del territorio, il turismo.

Il dibattito interno al Pd e quel messaggio whatsapp

Al Caffè Barracuda, sotto al diluvio, ma bagnare il primo atto porta anche fortuna, Leonardo Marras parla mezz’ora a braccio, di cose concrete. Liquida in fretta le scaramucce fra correnti: «Il nostro è un partito con più anime, bravissimo nell’alimentare le voci che fanno felici voi giornalisti. Ma quando le scelte sono fatte, da chi aveva la responsabilità di farle, è anche bravo a ricompattarsi». Che poi tutti siano davvero compatti ci consenta di dubitarlo, ma lo sa bene anche lui. Il quale però, forte dei risultati ottenuti, ha la forza per chiedere di proseguire nel lavoro iniziato nel 2021.

Alla fine tutta l’incertezza sulla ricandidatura, che ha caratterizzato l’estate, gli ha fatto anche scoprire quanto sia ampio il consenso che lo circonda. E ci scherza anche su, rivelando il contenuto di un messaggio whatsapp scritto da un consigliere comunale di Forza Italia, che dava per certa la sua non candidatura e esortava amici e parenti a lavorare sul suo elettorato, per fare eleggere Agresti e, magari, prendere il suo posto come assessore: «Una previsione errata – dice – ma che alla fine ha portato bene. Ma capisco le legittime aspirazioni di un consigliere, solo che vorrei che la politica regionale uscisse dal contesto più strettamente locale, dove ogni 20 giorni qualcuno cambia casacca».

«Il messaggio deve essere chiaro anche per noi del centrosinistra: i nostri avversari sono questi, che non governano il territorio, seppure abbiano la maggioranza in molti dei Comuni».

Il ruolo della provincia di Grosseto è cambiato

«Noi dobbiamo avere un rapporto con il territorio e i cittadini di altro segno – dice Marras -. Vorrei che si tornasse a parlare di quale ruolo ha la Provincia di Grosseto in Toscana. Vorrei che si pensasse a quale rapporto c’è fra la Maremma, l’Amiata, tutto il nostro territorio, e Firenze, quindi e la Regione Toscana. Vorrei che si facesse mente locale a quello che era, fino a qualche tempo fa, il rapporto fra le stanze del governo della Toscana e su cosa è cambiato da quando io ho avuto un ruolo importante nella giunta guidata da Eugenio Giani. Siamo un territorio fragile e ci sono ancora difficoltà da affrontare, ma atti e numeri dicono che il rapporto è cambiato radicalmente. E se non bastassero le “prove”, chiamiamole così, ne ho la sensazione forte nei rapporti con i cittadini, i sindaci, le imprese».

La distanza si è accorciata

«La distanza si è accorciata. C’è adesso una presenza del governo regionale straordinaria anche in una parte della Toscana “diffusa”, del resto la Maremma ha un quinto del territorio toscano, ma ci vive solo il 5% della popolazione. Ha risolto tutti i problemi? No. Ha fatto qualche miracolo che pareva impossibile? Sì. Un esempio per tutti: la strada del Cipressino. Già farla diventare regionale è stato un sogno, ma che siano stati stanziati 65 milioni di euro per rimetterla in sesto è un fatto eccezionale. Ma altri esempi si possono fare, che ho seguito in prima persona, a partire dal sostegno alle politiche industriali. Prima era veramente marginale. Da qualche anno, soprattutto sull’innovazione, siamo presenti. Non ci sono più due velocità fra i territori della Regione, la Toscana è tutta uguale, ma ancora c’è molto da fare, ma per riuscirci dobbiamo sedere nel governo regionale ad un livello adeguato».

L’agricoltura, attrattiva anche per il turismo

Ci sono alcuni settori che identificano la trasformazione in corso, sottolinea Marras.

«Il primo è l’agricoltura. Ho in programma di incontrare tutti gli attori, da chi rappresenta gli agricoltori, ma anche il sistema per come è organizzato, dalle cooperative alle singole aziende. La campagna è il valore aggiunto della Toscana. Anche dal punto di vista dell’attrattività turistica. Abbiamo commissionato un’indagine a un’università australiana, specializzatissima nel marketing e nell’identificazione del valore dei marchi, che ha sostanzialmente detto che il turismo estero  sceglie la nostra regione per due motivi, perché c’è Firenze e perché c’è la campagna toscana. Per la nostra qualità della vita e per il nostro stile di vita».

«L’agricoltura, quindi, è anche ospitalità. Ma ora è anche innovazione tecnologica, in provincia di Grosseto l’agricoltura può essere un laboratorio a cielo aperto. È una sfida che si vince con l’organizzazione, ma va vinta, perché tutto è in trasformazione, dal clima, ai consumi, al modo di fare impresa. In Maremma abbiamo le condizioni per fare un salto di qualità».

La sanità, Toscana seconda in Italia

«Il secondo settore chiave è la sanità pubblica, che è un tema centrale della campagna di Eugenio Giani. La Regione ci mette mezzo miliardo di euro all’anno e i risultati ci mettono al secondo posto fra le Regioni in Italia, non era mai stato prima così. Stiamo investendo nella sanità territoriale, con 77 Case della salute in arrivo. Anche a Grosseto, dove è aperto il cantiere per realizzarla al Pizzetti. Una rivoluzione che cambierà sia il rapporto fra i cittadini e le prestazioni sanitarie, ma cambierà anche la città, perché sposta la pressione sull’ospedale a un’altra zona. È chiaro che, in Maremma, si deve investire su una personalizzazione dell’assistenza sanitaria, visto il territorio particolare. Qui serve un’organizzazione nostra».

Il governo del territorio e l’invasione delle rinnovabili

Il terzo elemento sul quale Marras punta l’attenzione è il governo del territorio.

«Per fortuna che in Toscana abbiamo la legge Marson (legge regionale della Toscana n. 65 del 2014, che disciplina il “buon governo del territorio”, ndr) che ha un grandissimo valore. La Maremma è sotto assedio per le richieste di nuovi impianti da fonti rinnovabili: su 170 nella regione, 92 sono nella provincia di Grosseto. È giusto incentivare la produzione di energia da fonti non fossili, quindi con la geotermia, il fotovoltaico, l’eolico dove possibile (è di questi giorni il no della Regione al parco di Manciano, ndr), ma non possiamo accettare che tutto nasca solo dalla spontaneità di una banda di professionisti che fa il proprio mestiere sia chiaro, ma che ci prova per mera speculazione».

Rinnovabili necessarie, ma il prezzo non può subirlo solo la Maremma

«È evidente che, nel lungo periodo, per mantenere il carattere manifatturiero alla nostra economia, serve una produzione di energia a costi più accettabili, anche sul piano ambientale, ma questo deve essere fatto nel rispetto del paesaggio e delle nostre zone di pregio. Il discorso è regionale, ma non può essere subito passivamente da un territorio che ha un quinto del territorio e più della metà delle richieste. Per questo serve una presenza forte a Firenze, dove poi le decisioni si prendono. Vorrei stimolare su questo un dibattito con l’economia e le professioni locali e poi portare le istanze in Regione a livello di giunta. Perché sia chiaro, io mi candido per tornare dove sono attualmente».

Infrastrutture e turismo

Da qualche tempo, anche a causa di una serie di incidenti sull’Aurelia, di cui l’ultimo mortale, è tornato fuori il tema delle infrastrutture, la Tirrenica prima di tutto. E il presidente della Camera di Commercio, Riccardo Breda, ha coinvolto i parlamentari dei collegi di Grosseto e Livorno.

«Come Regione abbiamo messo 100 milioni sul piatto del fondo di sviluppo e coesione, proprio per dare un segnale di disponibilità. Poi 100 milioni servono solo per iniziare, ma il governo, se volesse, i soldi li troverebbe in fretta per quella che deve essere una priorità per le infrastrutture in Toscana. Invece il governo non ci sta considerando per niente. E non è l’unica infrastruttura fondamentale. Noi abbiamo fatto approvare la Zls (zona logistica semplificata) che va a coordinare le procedure insediative, semplificando i procedimenti e riducendo i tempi di risposta alle imprese. In particolare per il retroporto di Piombino, che poi è il casone di Scarlino. Soprattutto ora che le acciaierie ripartono con Metinvest-Adria».

Da poco è stata varata la nuova legge sul turismo toscano. In una stagione con luci e ombre.

«Il turismo è in fase di trasformazione, c’è in corso un bando rivolto agli ambiti per la presentazione dei progetti e organizzare l’offerta. Ci abbiamo messo quasi 7 milioni. Anche i Comuni devono coinvolgere gli operatori e questi ultimi si devono organizzare. Ci sono casi in Toscana, penso a Livorno, al Casentino, alla Lunigiana, che stanno avendo soddisfazioni. Anche qui da noi, sull’Amiata per esempio, ci sono casi interessanti da replicare».

Il mare non basta più

«Noi abbiamo la forza nel mare, ma è il prodotto più difficile di tutti al giorno d’oggi. Perché l’offerta balneare, nata in Toscana, è diventata italiana e ora è spalmata su tutto il Mediterraneo. La natura non è più l’elemento che fa la differenza. La differenza la fanno i servizi. Chi ha saputo, grazie proprio ai servizi, attirare una clientela nuova, estera, ha sofferto meno. Chi è rimasto al cliente storico, che è prima di tutto toscano, poi italiano, deve fare i conti con i “borselli” degli italiani. Che ora magari scelgono in base al prezzo altri Paesi affacciati sul mare».

L’ombra nera verso il 2027

Dietro l’angolo ci sono anche le elezioni comunali a Grosseto, che qualcuno ha definito “un’ombra nera”. 

«Prima di tutto guarderei al 2025. Poi nel momento che ci si candida a governare la Regione bisogna guardare al 2030 o più in là. Mi piace però l’immagine dell'”ombra nera”. Io credo che qui a Grosseto dobbiamo liberarci di questa ombra nera, io sono disponibile a lavorare ad un progetto che faccia tornare un po’ di luce in città. Ma anche ad Orbetello».

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