GROSSETO. Acque agitate nella Lega, e nei vari rivoli che la compongono. Lo scontro va in scena fra Andrea Maule, commissario provinciale del Carroccio e Andrea Vasellini e Alessandro Bragaglia, passati sotto l’ala protettiva di Vannacci, il generale al contrario.
Ma è uno scontro che parte da lontano. Parte dall’ottobre del 2023 quando al congresso regionale l’ex sindaco di Montecatini Luca Baroncini (poi battuto per 8 voti da Claudio Del Rosso, nel 2024), fedelissimo dell’asse Salvini-Ceccardi, vinse la battaglia per la segreteria regionale col 65% sul livornese Luca Tacchi. E, a cascata, saltarono sia Pacella (provinciale) che Bragaglia (comunale), arrivando al commissariamento della Lega in Maremma, prima con il viareggino Massimiliano Baldini e poi con Arturo Bartoletti al comunale di Grosseto.
A gennaio 2024 tre consiglieri della Lega (Alessandro Bragaglia, Alfiero Pieraccini, Ludovico Baldi) fecero saltare la seduta del consiglio, quindi un mese dopo, insieme alla loro “assessora di riferimento” Angela Amante, passarono al gruppo misto. In piena rottura con gli altri della Lega in consiglio, ma soprattutto con gli altri due assessori di allora del Carroccio nella giunta Vivarelli Colonna, cioè Sara Minozzi e Riccardo Megale.
Un mese dopo nacque Noc, Nuovo Orizzonte Civico, movimento che poi si è sciolto come neve al sole. Che, però, forte di una cospicua presenza in consiglio, chiese ed ottenne di cacciare Sara Minozzi dalla giunta, sostituendola con Chiara Vazzano. Una mossa che, al di là delle dichiarazioni di facciata sulla tenuta granitica della maggioranza, ha iniziato a minare le fondamenta della coalizione.
Tanto che, sparito Noc, arrivato Vannacci, rientrato in qualche modo Bragaglia nella Lega, ora alleato di ferro con Vasellini, il sindaco ha dovuto cacciare anche Chiara Vazzano, subentrata alla Minozzi e nominare la terza assessora al sociale, Carla Minacci, espressione di Nuovo Millennio.
Ma la situazione è tutto meno che calma, perché anche Angela Amante è a rischio. Del resto è sorretta in consiglio dal solo Pieraccini, che pare il sottotenente Giovanni Drogo nel “Deserto dei tartari” di Dino Buzzati, unico a difendere la fortezza Bastiani.
Maule: «L’unità non si invoca solo quando fa comodo»
Leggiamo nei giorni scorsi – scrive il commissario Andrea Maule in una nota a firma Lega Grosseto – l’ennesimo appello all’unità da parte di chi, per anni, ha lavorato per dividere, indebolire e screditare la Lega a Grosseto. Le dichiarazioni dei consiglieri Vasellini e Bragaglia sono un tentativo maldestro di riscrivere la storia recente, fingendo di ignorare le responsabilità di chi ha abbandonato il partito per inseguire ambizioni personali o progetti politici effimeri, finiti male.
«L’unità non si invoca quando fa comodo – sottolinea la Lega provinciale – e non può essere reclamata da chi ha sostenuto candidati avversari, attaccato pubblicamente la segreteria nazionale e si è chiamato fuori nei momenti più difficili del movimento».
Mentre la Lega affrontava battaglie giudiziarie e mediatiche controcorrente, certi esponenti locali preferivano criticare e voltare le spalle. La memoria corta può servire a chi punta a un rientro, ma non inganna chi ha lavorato sul territorio con coerenza e sacrificio.
«Chi oggi si presenta come paladino dell’unità, fino a ieri attaccava Matteo Salvini mentre i nostri militanti erano a Palermo per sostenerlo in un processo ingiusto e politicamente mirato. Questo non è spirito critico: è slealtà. E la slealtà, nella Lega, non trova posto».
La linea è chiara: nessuna apertura verso chi ha dimostrato di non condividere valori e rispetto per i militanti. Chi ha cambiato casacca più volte o si è messo contro la Lega per convenienza non può pretendere spazi, ruoli o ascolto.
«Chi ha rotto con la Lega e ha lavorato contro di essa può provare a rientrare dalla finestra, ma non avrà mai il nostro benestare. La Lega a Grosseto continuerà con chi è rimasto leale, con chi ha difeso il movimento quando era difficile farlo e con chi mette il territorio e i cittadini prima delle ambizioni personali. Per i trasformisti dell’ultima ora, non ci sarà spazio».
Vasellini e Bragaglia: «Una nota neppure firmata»
Andrea Vasellini e Alessandro Bragaglia rispondono alle accuse «anonime della sedicente Lega grossetana».
«Non volevamo rispondere alle provocazioni di chi non ha nemmeno il coraggio di firmare un comunicato stampa, ma siccome abbiamo a cuore i problemi reali di Grosseto, rispondiamo non per le provocazioni, ma per dare chiarezza a chi rischia di rimanere confuso da questa inutile diatriba».
«1) Prima regola della lealtà: firmarsi. È surreale leggere accuse di “slealtà” da chi non ha nemmeno il coraggio di mettere nome e cognome. Noi la faccia ce la mettiamo ogni giorno: in consiglio, in strada, di notte al Cosimini. Gli anonimi, invece, scrivono comunicati da retrobottega.
2) Chi sarebbe “la Lega grossetana”? L’assessore alla sicurezza? il due volte surrogato Tornusciolo con i suoi 126 voti? Maule? o la “signora più”? Se questa è la “Lega”, allora non stupisce che sia diventata passiva, silente e irrilevante.
3) Il caso Deceris–Casapound. In accordo con un assessore, l’associazione Deceris riconducibile a Casapound e legata al consigliere due volte surrogato Tornusciolo ha ricevuto 7.000 euro con una delibera di giunta, sulla base di non si sa bene cosa. Oggi Casapound è sparita, e nessuno sa come siano stati utilizzati quei soldi pubblici. Questa sì che è una vicenda che merita spiegazioni, altro che comunicati anonimi.
4) Perché parliamo noi. Parliamo perché Roberto Vannacci, vice segretario federale, ha chiesto direttamente a Vasellini e Bragaglia di entrare in Lega. Vasellini è il suo referente provinciale. Attaccare noi significa provare ad attaccare Vannacci e i valori che rappresenta: coraggio, sicurezza, identità.
5) I fatti, non le favole. Moschea di via Trento: chi diceva “nessuna anomalia” sbagliava. È stato Vasellini a depositare esposti, raccogliere firme e ottenere la chiusura. Decoro e sicurezza: più volte Vasellini è andato fisicamente in strada, anche di notte, al Cosimini, per allontanare magrebini molesti. La municipale e il colonnello Lanza del controllo di vicinato ne sono testimoni. Esercito a Grosseto: lo abbiamo portato noi, quando altri avevano paura di disturbare i “piani alti”. Piano regolatore: solo Vasellini ha denunciato le ingerenze della Regione.
6) Dov’erano i “coerenti” mentre noi agivamo? Noi raccoglievamo firme, ci confrontavamo con i ministeri, portavamo risultati. Loro? A nascondersi o a votare delibere per regalare soldi pubblici a sigle politiche poi evaporate.
7) La Ceccardi e i ringraziamenti sbagliati. Se Susanna Ceccardi viene invitata, si dovrebbe avere l’onestà di riconoscere che la moschea è stata chiusa grazie a Vasellini e Bragaglia, non a chi diceva che “non risultavano anomalie” per questo la invitiamo a tornare così da stringerci la mano.
8) Chi è davvero leghista oggi. Il vero leghista non è chi difende una poltrona attaccando da dietro un comunicato anonimo. È chi ha il coraggio di agire e ottenere risultati. Con Vasellini e Bragaglia in Lega, sotto la guida di Vannacci, torna il coraggio. E il coraggio vince».
«Vogliamo che la lega parli di immigrazione, di contrasto all’ideologia gender nelle scuole, di contrasto alle culture che non si adeguano a quelle ospitanti, di contrasto ai troppi diritti delle minoranze. Vogliamo tornare a vivere le nostre città in sicurezza. Lo dobbiamo fare per noi, per Grosseto e per le generazioni future».
Il Comune: «Contributi alla Deceris, hanno partecipato a un bando»
L’Amministrazione comunale di Grosseto, alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate dai consiglieri Vasellini e Bragaglia (i quali, come tali, dovrebbero sapere come stanno le cose, anche se il Comune non fa i nomi, chissà perché), ritiene opportuno fare chiarezza per evitare fraintendimenti e garantire la massima trasparenza e correttezza nell’informazione, al di là delle diverse opinioni politiche.
«In particolare – si legge in una nota del Comune -, in merito alle affermazioni relative al presunto finanziamento dell’associazione Deceris, è importante sottolineare che il Comune non ha mai concesso alcun finanziamento diretto all’associazione tramite delibera di giunta. Come per tutte le realtà del terzo settore operanti sul territorio, anche Deceris ha partecipato a un bando pubblico che andava a premiare progetti con ricadute sociali ritenute meritevoli di contributo e per le quali sono stati previsti nel bando stesso criteri oggettivi e trasparenti di valutazione. Il progetto presentato dall’associazione è stato valutato da una commissione e, una volta ottenuto il punteggio necessario, è rientrato tra quelli ammessi al contributo, specificando che il Comune ha riconosciuto meritevole di erogazione l’importo pari al 70% del complessivo del progetto, con l’ulteriore specificazione che la cifra è stata erogata solo a conclusione delle attività e a fronte della presentazione della rendicontazione. Il che significa che l’Amministrazione ha avuto piena visione e ha verificato l’utilizzo dei fondi».
«Questo percorso è stato completamente conforme alle regole previste dal bando, garantendo la trasparenza e il corretto utilizzo delle risorse».
«L’Amministrazione comunale ribadisce, quindi, che tutte le sue scelte sono state orientate dalla necessità di rispettare la legge e di operare nell’interesse collettivo, sempre nella massima trasparenza e legalità».



