FOLLONICA. Con la fine di settembre sono cominciati i lavori di “riprofilatura” del litorale nord della città del golfo, a partire dai bagni Nettuno fino al pennello di sassi perpendicolare alla spiaggia, ultima testimonianza dei tanti lavori fatti nel corso degli anni per combattere l’erosione costiera.
Camion e ruspe stanno lavorando dal 29 settembre nel lotto 1 per preparare la linea di costa al presunto arrivo della sabbia del Po, come previsto dal Piano regionale degli interventi per l’anno 2025.
Un intervento che sarebbe dovuto essere già stato eseguito la scorsa primavera, e prevede un costo complessivo di 500mila euro di cui 400 mila stanziati dalla Regione e 100mila dal Comune. I tempi previsti per questo lavoro, come conferma l’amministrazione, sono di circa 15 giorni sempre salvo imprevisti, ma già le osservazioni non sono mancate soprattutto da parte di chi ha a che fare con il turismo e con i turisti.
Gli stagionali: «Ai clienti è precluso l’accesso al mare»
Nella zona interessata, quella di Pratoranieri, sono molte le realtà ricettive che stanno ancora lavorando e, di conseguenza, la tempistica scelta per la loro esecuzione non convince gli operatori secondo i quali questi interventi, oltre a non essere stati minimamente comunicati ne tanto meno concertati con la categoria, rappresentano un danno vero e proprio all’immagine della città.
«Parlano tutti di allungamento della stagione e poi autorizzano interventi del genere alla fine di settembre? C’è qualcosa che non torna», dice un’imprenditrice che in questo periodo sta ospitando alcune famiglie di turisti.
In effetti la bella stagione permetterebbe di accogliere soprattutto gli stranieri che, grazie alla diminuzione dei prezzi e del caos di luglio e agosto, scelgono proprio questo periodo per le loro vacanze. Per questo, dicono, dovrebbero essere garantiti servizi e ospitalità.
«Io lavoro proprio nella zona interessata dai lavori, il lotto 1 – dice l’imprenditrice – Ai clienti è precluso completamente l’accesso al mare, che hanno proprio davanti e che rappresenta il motivo principale per cui hanno scelto questa sistemazione. Davanti si trovano camion e ruspe che fanno avanti e indietro, l’odore degli scarichi dai tubi di scappamento e un rumore infernale per tutto l’arco della giornata. Anche se si spostano di qualche centinaio di metri, il disagio è presente. Ovvio poi che si risentono e io con loro, anche perché mi chiedo: ha un senso fare questi lavori prima dell’inverno?».
Il quartiere è abbandonato
«Quello che mortifica maggiormente è la non considerazione – spiega ancora – Pago le mie tasse, anche quella di soggiorno regolarmente e giustamente, ma vorrei più collaborazione, più pianificazione condivisa. Già il quartiere è sotto assedio, soprattutto sul lungomare dove furgoni, monopattini e e-bike sfrecciano a velocità assurde in tutte le stagioni: inutili fino ad ora sono state le segnalazioni fatte a chi di competenza. Ma cosa dobbiamo fare per avere i nostri diritti garantiti? Tutto questo poi si riversa negativamente anche sul turismo perché l’immagine è quella di una realtà improvvisata, senza regole, con interventi decisi negli uffici e senza il minimo confronto con gli imprenditori. E questo è il risultato».



