CAMPIGLIA MARITTIMA. Sono iniziati i lavori per la sistemazione dell’area archeologica del Mausoleo romano di Caldana a Venturina Terme, conosciuto anche come il mausoleo di Caio Trebazio, anche se oggi sappiamo che il nobile romano non sarebbe il committente e destinatario della sontuosa sepoltura.
Questo rudere in mezzo alle case di Caldana è un pezzo di storia tutto da scoprire, conservare e valorizzare. Risale al primo secolo dopo Cristo.
Una novità riguarda anche l’area della Pulledraia: infatti, è all’esame della Soprintendenza il progetto esecutivo di quest’area archeologica, anch’esso redatto dall’ufficio tecnico comunale.
I lavori di manutenzione straordinaria

I lavori interessano la protezione del recente scavo attraverso la copertura con materiali adeguati e la valorizzazione del sito con la realizzazione di un impianto di illuminazione adeguato. L’area in cui sorge la struttura verrà sistemata a prato e verranno installati dei pannelli illustrativi con i testi redatti dall’archeologo incaricato dalla Soprintendenza.
«L’intervento, concordato con il personale della Sabap (Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio) per le province di Pisa e Livorno, – dicono dall’amministrazione comunale – è volto al ripristino della fruibilità dell’area esterna e alla contestuale protezione di quanto portato alla luce dall’attività di ricerca archeologica. Si prevede, quindi, la posa di terreno di riempimento delle aree escavate, compresa la tomba ipogea, per riportare la quota del terreno al livello originario».
«La protezione delle emergenze archeologiche sarà garantita dalla disposizione di opportuno tessuto non tessuto ed uno strato di sabbia. Sarà, quindi, installata l’illuminazione per la fruizione dell’area e di accento del manufatto stesso, assieme ad elementi di arredo urbano. Sarà restituita, infine, testimonianza di quanto ritrovato dall’attività archeologica mediante l’apposizione di pannelli illustrativi redatti dall’archeologo incaricato».
Una parte fondamentale dell’intervento, sotto la stretta sorveglianza archeologica, sarà rappresentata dal reinterro dello scavo, che consenta di posizionarlo in appoggio sulla superficie senza provocare cadute, urti del materiale, generare vibrazioni o trasmetterle agli strati sottostanti o in modo che possa provocare danneggiamento, con particolare attenzione alla struttura ipogea.

Quello che si va ad aprire è il cantiere del primo stralcio, per la spesa di 40mila euro, come recita la determina dirigenziale n. 806 del 30 dicembre 2024 con oggetto Manutenzione straordinaria area archeologica del Mausoleo di Caio Trebazio – Primo stralcio, con la quale sono stati affidati i lavori di sistemazione del sito archeologico, secondo il progetto esecutivo redatto dall’ufficio tecnico comunale approvato alla fine del 2023.
Il progetto, arriva il parco
Qui nascerà un piccolo parco con panchine e pannelli illustrativi, un’idea nata più di dieci anni fa da un progetto condiviso tra scuola e comune, cofinanziato dalla Fondazione Livorno. Inaugurato nel 2013, il parco, immaginato dai piccoli studenti, continuò ad essere oggetto di studi che hanno portato alla luce importanti scoperte.
In particolare, Piero Cavicchi pubblicò una ricerca che corresse il nome del famoso Caio, da Trabazio a Trebazio, ma solo un’indagine archeologica avrebbe potuto comporre un quadro più completo delle conoscenze.
Nel primo mandato della sindaca Ticciati, prese avvio un altro progetto in stretta collaborazione tra pubblico e privato, sotto la sorveglianza della Soprintendenza, che oggi consente di sapere di più ed ha portato alla luce altre sepolture nella stessa zona.
Oltre a quest’area, insieme al vicino tracciato della via Aemilia Scauri si aprì un’altra area di scavo in località Pulledraia, subito a nord dell’abitato di Venturina, lungo la vecchia Aurelia, oggi viale delle Terme. Le indagini archeologiche vennero condotte dal Trust di Scopo Sostratos Onlus a partire dal 2020 e fino al 2023.
Nell’ottobre 2024, venne deciso, come prescritto dalla soprintendenza, di affidare l’assistenza archeologica a un professionista iscritto negli elenchi nazionali dei professionisti competenti. Per questo delicato compito, visti requisiti, è stato incaricato il dottor Alessandro Viesti, archeologo che, tra l’altro, ha diretto gli scavi dal 2020 e il cui attuale incarico costituisce un positivo elemento di continuità scientifica. La direzione tecnica dei lavori sarà i competenza dell’ingegnere Matteo Mori del comune di Campiglia Marittima, redattore del progetto.
Bernardini: «L’area sarà così fruibile ai cittadini»
«Un intervento finalizzato a consentire la fruizione dell’area da parte della cittadinanza – rileva il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Iacopo Bernardini – attraverso pannelli illustrativi che possano far conoscere la storia del sito, testimonianza delle origini antiche dell’abitato di Venturina Terme. Di grande importanza in questo percorso è stato il ruolo dell’ex assessore alla cultura Gianluca Camerini, che ha fortemente voluto indagare quest’area e quella della Pulledraia, che sarà oggetto anch’essa di intervento già progettato e, oggi, alla valutazione della Soprintendenza».
La soddisfazione della sindaca Ticciati

Grande soddisfazione per l’avvio dei lavori viene espressa anche dalla sindaca Alberta Ticciati.
«Si concretizza questo importante progetto che proviene dal mio primo mandato e per il quale desidero anche io ringraziare il dottor Gianluca Camerini, all’epoca assessore alla cultura e ai beni culturali, che ha dato stimolo e impulso a questo percorso – afferma la sindaca Alberta Ticciati -. Il sito del mausoleo romano di Caldana, così come quello della Pulledraia, riveste oltre a un altissimo valore culturale, anche un notevole interesse nell’ambito dell’offerta turistica del nostro comune e, in particolare, della sua cittadina più popolosa e moderna che, come testimoniano questi studi, ha radici antiche anche se la stratificazione e il percorso della storia ne ascrivono la nascita in epoca moderna, con la derivazione del toponimo da Venturino, proprietario nel XVI sec. dei terreni su cui è sorta».
«Oggi – prosegue la Sindaca –, siamo in grado di restituire alla fruizione collettiva un’area urbana, conoscendola meglio rispetto a quando abbiamo pensato di cominciare lo studio, e spero che davvero presto sia possibile proseguire anche con la valorizzazione dell’area della Pulledraia. Infine, è doveroso un ringraziamento al Trust Sostratos e ai privati che hanno contribuito alla realizzazione degli scavi in questi anni».
Un breve focus sulle indagini archeologiche
Dal 2020 sono tre le aree interessate dall’indagine archeologica condotta dal Trust Sostratos: l’edificio, a pianta rettangolare noto appunto come Mausoleo romano di Caldana sito circa all’incrocio tra via dei Molini e via Mattarella, la zona adiacente l’edificio dove passava la via Aurelia/Aemilia Scauri, e infine, a poche centinaia di metri a nord del mausoleo, in località La Pulledraia, un’area in cui si ha la presenza di significativi reperti di epoca romana, che testimoniano la presenza di un antico insediamento.
Grazie agli studi del 2020 sono emerse importanti notizie sull’area che Trust Sostratos, in accordo con la Soprintendenza, ha puntualmente reso pubbliche di pari passo con lo scavo, partecipando anche a programmi di approfondimento delle reti Rai.
Nell’estate 2020, fin dai primi saggi di scavo gli archeologi compresero che si era di fronte a evidenze archeologiche significative per capire le radici antiche della storia di Venturina e del bellissimo territorio. Già con le prime due settimane di scavo si scoprì che il mausoleo è stato realizzato a diretto contatto con il banco di travertino, ed innalzato con l’ausilio di impalcature, i cui fori di palo sono ancora ben visibili sul banco.
Sul lato ovest del mausoleo è stato rinvenuto un ampio battuto stradale, realizzato con scoria ferrosa, probabilmente proveniente dalla vicina Populonia e molto simile ad altri impianti stradali rinvenuti nella zona. Durante la terza settimana di scavo, ai piedi del Mausoleo di Caldana, è stato individuato un profondo taglio nel banco di travertino la cui indagine ha portato al rinvenimento di un corridoio al cui termine, dopo un muretto in pietre e calce, è stata rinvenuta una tomba a camera contenente ancora il corredo e le ossa cremate del defunto.
Si tratta di un corredo composto da 15 pezzi tra ceramica e metalli, tra cui spicca un anello in oro e granato, un simpulum, ovvero il nostro ramaiolo, in bronzo, due strigili in ferro, i resti di un cinturone in bronzo e, tra le ceramiche, un piatto in terra sigillata italica e due pezzi in ceramica a pareti sottili.
L’indagine della tomba è terminata con il rilievo della struttura: i primi elementi di analisi fanno datare l’ipogeo tra il II ed il I secolo a.C., quindi, al periodo romano repubblicano che, evidentemente, fa escludere una sua connessione cronologica con il Mausoleo di Caldana.
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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