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Gioca con due slot contemporaneamente, il dramma della ludopatia

Meno puntate, stessi drammi: la ludopatia è ancora un problema grave. Parla l’operatrice di una sala giochi: «La crisi economica ha frenato le puntate ma chi gioca ci si finisce»
Immagine di una sala giochi
Immagine di una sala giochi

VAL DI CORNIA. Si registra un calo significativo per quanto riguarda il gioco d’azzardo nella Val di Cornia, tuttavia in questo settore la situazione è tutt’altro che rosea.

La crisi economica legata al settore industriale, pare aver innescato una diminuzione nelle giocate, ma il problema della dipendenza per chi ne soffre resta centrale.

La ludopatia

È quando il gioco si trasforma in dipendenza che nasce la patologia, la ludopatia appunto: una condizione psicologica dove la persona non riesce più a controllare il proprio impulso a giocare, nonostante le serie conseguenze negative che ciò comporta nella sua vita, di tipo economico, relazionale, lavorativo e psicologico.

Il racconto di chi vive a contatto con i ludopatici

Il panorama del gioco è variegato, ma non tutte le modalità presentano lo stesso livello di rischio.

«Le classiche slot machine che accettano ed erogano solo monete con una vincita massima di 100 euro, sono considerate meno insidiose – racconta un’operatrice del settore, che chiede di restare anonima – Permettono puntate minime di 10 centesimi, arrivando a 25, 50 centesimi e oltre, fino a un massimo di uno o due euro».

Molto più pericolose si rivelano invece le VLT, Video Lottery Terminal. «Questi apparecchi accettano banconote e permettono di puntare e vincere cifre decisamente più elevate – continua – esponendo i giocatori a perdite altrettanto consistenti in tempi rapidi. A ciò si aggiunge il gioco online, che, con la comodità di poter giocare dal proprio divano di casa, spinge spesso a puntare somme ingenti, amplificando il rischio di dipendenza».

La raccolta del denaro dalle AWP, sebbene considerata meno rischiosa per i giocatori rispetto ad altre forme di gioco, espone gli operatori a pericoli concreti.

L’operatrice che si occupa esclusivamente della raccolta delle AWP, racconta anche le difficoltà e i rischi connessi alla sua professione: «Sono dotata di un mezzo con una cassaforte, perché circolare con i soldi in mano diventa molto pericoloso – spiega –  Nonostante le precauzioni, sono stata rapinata due volte in pieno giorno. In una delle occasioni, i delinquenti non hanno esitato a rompere il vetro del mezzo e arraffare il denaro a soli 20 metri di distanza da me».

Un dato incoraggiante

Nonostante la persistenza dei rischi e delle problematiche legate alla dipendenza, emerge un dato incoraggiante: il gioco d’azzardo nella Val di Cornia è in calo.

«Le persone, forse data la situazione che c’è anche in Val di Cornia con l’industria in crisi, tendono a spendere di meno – dice ancora – Quindi un calo sostanzioso ultimamente c’è stato». 

Questo calo, sebbene dettato da difficoltà economiche, potrebbe rappresentare un’opportunità per affrontare con maggiore determinazione il problema della ludopatia e promuovere forme di divertimento più sane e meno rischiose.

Qualche caso

Chi ha vissuto a stretto contatto con i ludopatici racconta: «Non c’è una categoria specifica di persone che giocano. Dai padri di famiglia alle persone sole, dai residenti con lavoro stabile agli extracomunitari. Il range di età si aggira dai 35 ai 60 anni».

«Entrano nella sala giochi – continua – e cambiano totalmente, nello sguardo, nei comportamenti. Una volta dentro sembrano altre persone, si arrabbiano se perdono, bevono, rovesciano l’alcool sulle macchinette, le rompono. Chi gioca ci si finisce, non ha un limite. E non sono solo gli uomini, a giocare ci sono anche le donne».

«Uno dei tanti casi, forse quello più eclatante, è l’aver visto una persona giocare simultaneamente con due macchinette, con la sinistra ad una e con la destra a un’altra. Se entrano con duemila euro in tasca, li finiscono tutti. È una malattia, una dipendenza grave. Sono persone che seriamente avrebbero bisogno di aiuto. C’è anche chi perde gli appartamenti per continuare a giocare».  

 

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.

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