SUVERETO. C’è chi pensa che oggi se ne parli fin troppo. E forse, in alcuni casi, è vero: se ne parla tanto, ma non sempre se ne parla bene. Intorno ai temi delle energie rinnovabili e dell’ambiente circolano ancora tanti pregiudizi, qualche diffidenza e un pizzico di scetticismo. C’è chi teme che tutti gli impianti per energie più pulite rubino spazio al paesaggio o alle attività agricole, e che dietro parole come “sostenibilità” e “transizione energetica” si nascondano progetti lontani dalla vita reale delle persone.
Ma non è sempre così. Ne sono la prova le realtà che riescono a coniugare innovazione e rispetto per il territorio, e che dimostrano come produrre energia pulita possa diventare anche un modo per creare legami, collaborazione e valore condiviso. Una di queste si trova vicinissima a noi, e si chiama Etruria Solare. Una giovane comunità energetica nata a Suvereto, nel cuore della Val di Cornia, che in pochi mesi è già riuscita a dare vita a solide radici.
Le radici nel territorio: Etruria Solare e la Val di Cornia
Ma cos’è esattamente Etruria Solare? E come nasce la sua storia? Etruria Solare è una comunità energetica rinnovabile che opera a livello locale, con l’obiettivo di rendere il territorio della Val di Cornia sempre più autonomo e sostenibile dal punto di vista energetico. È una realtà nuova, nata proprio nel 2025, e al momento rappresenta un unicum nella zona. L’idea di dare vita a Etruria Solare è frutto del lavoro e del dialogo di tre persone: Debora Andreoni, Giacomo Cillari e Niccolò Picchi, che hanno unito competenze e visioni diverse per dare vita a un progetto comune.
Tutto è iniziato da un confronto aperto con le amministrazioni comunali del territorio e con alcuni partner tecnici, che hanno creduto da subito nel potenziale di un’iniziativa capace di unire cittadini, imprese e istituzioni sotto un obiettivo condiviso: produrre e consumare energia pulita, qui dove viviamo.
Oggi Etruria Solare ha sede a Suvereto, ma opera in un’area molto più ampia, che va da Bolgheri e Donoratico fino a Piombino e Campiglia Marittima, toccando anche Riotorto e la parte nord del territorio di Follonica. Una distribuzione che, come spiega Giacomo Cillari, non è casuale. «Quando parliamo di cabine primarie ci riferiamo ai punti di snodo principali della rete elettrica, quelli che delimitano i confini operativi di una comunità energetica. Ogni cabina serve un territorio preciso, e all’interno di quel territorio si crea una rete di utenti, produttori e consumatori che possono condividere energia. È un modo di ragionare molto concreto, che ci permette di capire fin dove possiamo arrivare e come possiamo ottimizzare la distribuzione dell’energia rinnovabile nel rispetto delle strutture già esistenti».

Una comunità che fa della condivisione la sua forza
Per Etruria Solare, la parola “comunità” non è un semplice slogan, ma il cuore stesso dell’attività che svolge. Già dal nome e dalla forma giuridica – una società cooperativa – si capisce infatti la sua vocazione: creare rete, coinvolgere, accogliere quante più realtà possibili della Val di Cornia per costruire insieme un futuro energetico più sostenibile.
Nonostante sia nata da poco, Etruria Solare conta già una ventina di soci, divisi in tre categorie: consumer, producer e prosumer. Ma cosa significano esattamente questi termini? I consumer sono coloro che utilizzano l’energia prodotta dalla comunità. I producer sono i soggetti che la generano, mettendo in rete impianti fotovoltaici o altre fonti rinnovabili. I prosumer, infine, sono entrambe le cose: produttori e consumatori allo stesso tempo.
All’interno della comunità energetica, ogni ruolo contribuisce a creare un sistema virtuoso. Ma perché la condivisione è così importante? A spiegarlo è ancora Giacomo Cillari, che ci introduce alle normative del GSE, il Gestore dei servizi energetici. In altre parole, l’ente pubblico che in Italia promuove lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.
«Il GSE — dice Giacomo — è l’organismo che, a livello nazionale, coordina e monitora il funzionamento delle comunità energetiche. Il GSE stabilisce i parametri con cui vengono riconosciuti i benefici e gli incentivi economici per chi sceglie di condividere l’energia prodotta. Il principio è semplice: più si riesce a bilanciare la produzione e il consumo di energia all’interno della stessa comunità, più si viene premiati. È una logica di collaborazione, non di competizione. Si vince quando si condivide».
Ed è proprio questo equilibrio tra chi produce e chi consuma, tra energia generata e energia utilizzata, che rende il modello delle comunità energetiche sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.

Entrare in Etruria Solare: pochi passi, un’esperienza concreta
Quando si parla di comunità energetiche, può venire naturale pensare a qualcosa di complicato o riservato a pochi eletti del settore. In realtà, entrare a far parte di Etruria Solare è molto più semplice di quanto si immagini. Tutto parte dal contatto diretto: chi è interessato al progetto, può usufruire dei canali telematici presenti sul sito web oppure recarsi di persona nella sede di Suvereto.
In entrambi i casi, si interagisce con persone pronte ad ascoltare e a chiarire ogni dubbio. «Ci piace che ogni nuovo contatto nasca dal dialogo», spiega Giacomo. «Chi si avvicina a Etruria Solare incontra sempre qualcuno del nostro gruppo, con cui può parlare liberamente per capire qual è la forma di partecipazione più adatta alle proprie esigenze».
Così, in seguito a un colloquio conoscitivo, si definisce insieme la modalità di collaborazione. Se chi si rivolge alla cooperativa intende partecipare come produttore o prosumer, viene organizzato un sopralluogo tecnico per la realizzazione di un preventivo relativo all’impianto fotovoltaico o alla fonte energetica prescelta. Per i produttori, il servizio è chiavi in mano: Etruria Solare segue ogni fase di lavoro, dalla gestione delle pratiche alla realizzazione dell’impianto, grazie a una rete di tecnici specializzati e partner di fiducia.
Dopo di che, si procede alla sottoscrizione del modulo di adesione alla cooperativa e alla comunità e al versamento una tantum dei €25,00 di quota associativa. È importante sottolineare che l’adesione e l’uscita dalla comunità sono libere e volontarie. Nessuno è vincolato a rimanere, se non nel caso dei produttori che usufruiscono del contributo erogato tramite il PNNR – il Piano nazionale di ripresa e resilienza – il quale prevede un impegno di cinque anni all’interno della stessa comunità energetica.
E poi, c’è un altro aspetto fondamentale che riguarda la comunità energetica. Al suo interno, non si compra e non si vende mai energia direttamente tra i soci. È la comunità stessa, come organismo collettivo, a gestire la rete di produttori e consumatori, garantendo che l’energia venga condivisa in modo equo e trasparente tra tutti i membri.
I vantaggi di far parte di Etruria Solare
A questo punto, la domanda sorge spontanea: quali sono i vantaggi concreti di entrare a far parte di Etruria Solare?
Il primo vantaggio, naturalmente, è di ordine economico. Chi pensa di aderire alla comunità energetica si chiede spesso se avrà un risparmio diretto sulla bolletta. E la risposta, come spiega Giacomo Cillari, è chiara e trasparente.
«Non bisogna aspettarsi un risparmio immediato in bolletta, perché il beneficio economico arriva in un secondo momento, sotto forma di conguaglio annuale. Alla fine dell’anno, il GSE riconosce alla comunità il valore dell’energia condivisa, e questo si traduce per ciascun socio in un risparmio medio equivalente a circa una mensilità di utenze».
Il risparmio economico, dunque, si concretizza una volta l’anno, attraverso un rimborso proporzionale all’energia condivisa. Ma il vero valore aggiunto di Etruria Solare va ben oltre il portafoglio. C’è un secondo vantaggio, meno tangibile ma forse ancora più importante: quello etico e comunitario. Chi entra a far parte della cooperativa sceglie di abbracciare una visione del mondo diversa, fatta di rispetto per l’ambiente, uso consapevole delle risorse, circolarità tra uomo e natura, e soprattutto partecipazione attiva alla vita della comunità locale.
E non finisce qui. Etruria Solare ha scelto di legare il proprio sviluppo anche a un impegno concreto verso il territorio. Una parte degli introiti della cooperativa viene destinata a scopi sociali, a beneficio delle comunità e dei comuni della Val di Cornia e delle aree in cui opera. Un modo per restituire valore a chi vive e lavora in quei luoghi, e dimostrare che la sostenibilità non è solo ambientale o economica, ma anche sociale.

Guardare avanti, verso il futuro
Ogni comunità che cresce ha bisogno di guardare avanti, e Etruria Solare non fa eccezione. I suoi piani per il futuro si muovono su diversi orizzonti temporali, ma con un unico filo conduttore: continuare a costruire una rete solida, locale e sostenibile.
Nel breve periodo, l’obiettivo principale è coinvolgere nuovi produttori, sia privati che imprese, che desiderino entrare a far parte della comunità come fornitori di energia. A tal proposito, Giacomo Cillari ricorda una scadenza importante – quella del 30 novembre, data entro cui è previsto il termine di richiesta per i contributi erogati tramite il PNRR.
Poi, Etruria Solare punta a rafforzare la collaborazione con le amministrazioni locali, che rappresentano un tassello fondamentale per estendere il progetto e renderlo sempre più capillare sul territorio. Infine, guardando a un orizzonte più ampio, la cooperativa aspira a un percorso di crescita strutturata: ampliare la base sociale, espandere la propria presenza sul territorio e soprattutto diversificare le fonti energetiche. Il sogno – o meglio, la direzione – è quella di costruire un mix energetico virtuoso, che integri diverse tecnologie rinnovabili per garantire stabilità, efficienza e autonomia.
«Ci piacerebbe che Etruria Solare diventasse un modello di riferimento», conclude Giacomo Cillari. «Una realtà in grado di dimostrare che la transizione energetica può essere fatta insieme, e che l’energia condivisa è una risorsa capace di unire le persone e di far crescere un territorio».
E così, da Suvereto e dalla Val di Cornia, una piccola comunità energetica inizia a far parlare di sé. Non solo per l’energia che produce, ma soprattutto per quella che genera: umana, collettiva e solidale.

Via Guglielmo Marconi 7A 57028, Suvereto
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