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Dopo 42 anni, il saluto del dottor degl’Innocenti ai pazienti

Lo storico medico di famiglia va in pensione, ripercorrendo una carriera fatta di aneddoti, affetto e la realizzazione di un sogno. Un ringraziamento ai suoi pazienti e un saluto malinconico ma pieno di gratitudine
Avviso del dottor Gian Paolo degl'Innocenti
Avviso del dottor Gian Paolo degl’Innocenti

SAN VINCENZO. Il dottor Gian Paolo degl’Innocenti, lo storico medico di famiglia di San Vincenzo, il primo giugno è andato in pensione, non senza provare una forte malinconia.

Ai suoi pazienti rivolge parole d’affetto, un saluto non solo alla sua carriera ma anche a tutte le persone che, in ben 42 anni di attività, si sono fidate di lui. Una lettera toccante che ha emozionato tutta la comunità, quella che il medico ha scritto e pubblicato anche sul suo stato di Whatsapp. 

Per tutto il giorno, giovedì 19 giugno, il suo telefono ha squillato senza risposta. Ma quello che ha voluto dire ai suoi pazienti, lo aveva già fissato sulla carta. 

Chi è Gian Paolo degl’Innocenti

Paolo degl’Innocenti ha cominciato la sua carriera subito dopo essersi laureato. Un periodo di tirocinio volontario all’ospedale di Pontedera nel lontano 1982, poi il trasferimento a San Vincenzo, cogliendo l’occasione di un posto vacante, una possibilità di lavoro che gli ha aperto le porte verso quello che era il suo sogno: diventare medico di famiglia. 

Qualche sostituzione, un periodo trascorso come guardia medica e poi, il suo obiettivo, Gian Paolo degl’Innocenti, è riuscito a conquistarselo, divenendo il medico di famiglia di intere generazioni di sanvincenzini.

Una lettera piena di ricordi

Nella lettera rivolta ai suoi pazienti non mancano alcuni aneddoti. Della sua prima visita, degl’Innocenti scrive: «Non potrò mai dimenticare la prima visita che ho effettuato in questo paese. Appena arrivato fui subito mandato a domicilio dal signor G. N. di anni 80, in via Lungomare Marconi – ricorda il medico – Il paziente manifestava febbre alta e tosse da alcuni giorni. Diagnosticai una polmonite e l’uomo con un filo di voce chiese alla nuora chi fossi. Alla mia risposta che ero il nuovo medico, proveniente da Pisa, mi sentii dire: “Mamma mia, meglio un morto in casa che un pisano alla porta!”». Il classico detto livornese.

«A quel punto, nonostante le scuse della nuora mortificata per quelle parole – continua – non sapevo se tornare al mio paese o andare in ambulatorio. Prevalse la seconda ipotesi e da quel giorno prese il via la mia avventura».

La carriera come medico di famiglia

Parole scritte di getto, ricordi e sensazioni che sono sgorgati in un momento di intensa emozione. Dove quello che prevale e che traspare è il forte affetto per i suoi pazienti, ma anche la passione con cui ha condotto il suo operato in tutti questi anni.

La realizzazione del sogno di un semplice studente di medicina, che voleva tanto diventare un dottore e che non ha mollato, non si è fatto fermare dalle difficoltà incontrate, ha superato gli ostacoli e dopo ha trovato la soddisfazione dell’aver conseguito la sua ambizione.

 Quello che non si aspettava era l’essere non solo accettato, ma addirittura amato da tutti coloro che dalle sue cure hanno tratto giovamento. 

«Dopo un periodo di guardia medica e sostituzioni varie – continua il dottore – nell’aprile 1990, ho iniziato la mia attività di medico di famiglia. In tutti questi anni ho cercato di fare e dare tutto quello che potevo professionalmente ma soprattutto umanamente, di essere per i miei pazienti non solo i loro medico ma in special modo un punto di riferimento, una persona amica».

«Con onestà posso dire che sono stato ampiamente ripagato dalla fiducia e dall’affetto dei sanvincenzini e non solo. Mi hanno accolto nelle loro case come un familiare, rendendomi partecipe non solo dei problemi di salute ma anche delle loro gioie. Ho assistito alla guarigione di persone affette da malattie importanti, al formarsi di nuove famiglie e alla nascita di bambini che oggi sono adulti».

Il dolore condiviso con i pazienti

Non sono mancati poi i momenti di sofferenza, e degl’Innocenti li ricorda con immensa tristezza, che lo hanno segnato profondamente:

«Ci sono state molte circostanze felici ma purtroppo, come si verifica nella vita di un medico, non sono mancate situazioni tristi e dolorose. In questi momenti ho lottato al fianco di pazienti colpiti da malattie infauste – scrive ancora il medico – per i quali tutti gli sforzi effettuati sono risultati nulli, vanificati da un male incurabile che ha causato la perdita di persone che, per me, non erano più semplici assistiti ma amici che mi hanno insegnato la forza e il coraggio nella malattia e nella sofferenza».

I ringraziamenti

Nella sua lettera ringrazia tutti coloro che in questi 42 anni di carriera gli sono stati vicini, lo hanno supportato e sopportato: «Desidero ringraziare Ilaria, la mia segretaria storica, le infermiere, gli infermieri e i colleghi che mi hanno affiancato aiutandomi ogni giorno nella cura dei miei pazienti. Un grazie particolare va anche alla ma famiglia, che ha condiviso con me questo bellissimo percorso – scrive ancora –  Anche se vado in pensione, questo non è un addio. Sono certo che il rapporto che si è creato con tutti voi rimarrà sempre vivo e farà parte della mia storia professionale e umana».

I saluti 

«Affronto questa nuova fase della mia vita con una certa malinconia ma anche con il cuore pieno di ricordi bellissimi e di numerose attestazioni di stima e di affetto, ricevute anche in questi giorni – conclude – Porterò per sempre dentro di me, con la consapevolezza di aver realizzato il sogno che avevo da giovane studente di medicina: essere medico di famiglia. Un caloroso abbraccio a tutti voi con affetto, Gian Paolo degl’Innocenti».

Un medico che prima di essere dottore è stato, verso i suoi pazienti, persona. Un punto di riferimento in situazioni difficili. Un medico per cui la propensione verso l’aiuto al prossimo va oltre le cure le mediche. Un uomo i cui valori e la sua ambizione si sono uniti verso la realizzazione di un sogno che ha portato la gioia nel cuore di tutti i sanvincenzini, che già lo rimpiangono ma che gli augurano una serena e meritata pensione.

 

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.

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