FOLLONICA. Fosco Gioffredi è morto lo scorso 4 aprile a 69 anni. Da quel giorno la figlia Elena, gravemente disabile, e la moglie Lorella Rabiti non hanno più avuto un istante di tranquillità: i problemi, sia di salute che economici, sono cresciuti e si sono sommati e, in mezzo al dolore della perdita, la famiglia deve anche fare i conti con uno sfratto.
I problemi sono tanti e adesso le due donne chiedono un aiuto alle istituzioni.
La difficile gestione della malattia e della disabilità
Dietro alla scomparsa di Fosco c’è un lungo periodo di dolore. La famiglia Gioffredi si è infatti trovata a dover gestire la malattia e la disabilità contemporaneamente e, nonostante gli incredibili sforzi, i soldi della pensione non sono stati sufficienti per coprire tutte le spese necessarie. Le necessità però continuano ad essere molte, perché Elena ha bisogno di assistenza puntuale e continua e l’assegno che riceve non copre tutte le ore necessarie.
Una vicenda che racconta una storia fin troppo nota in un paese come l’Italia dove le persone con disabilità e le loro famiglie sono esposte a un rischio di povertà più elevato, proprio per le evidenti difficoltà nella partecipazione al mercato del lavoro, per i costi aggiuntivi legati soprattutto ai bisogni di cura e di assistenza socio-sanitaria, e, soprattutto, a una protezione sociale purtroppo insufficiente.
«Paghiamo 635 euro di affitto a Follonica ma da quando è morto mio marito le spese si sono sommate e ovviamente, prima di tutto, è necessario pensare alle cure per Elena, che sono tante e onerose – dice Lorella – Ricevo 800 euro di pensione e non mi rimane niente, non so veramente come fare».
Il trasferimento a Follonica
La famiglia Gioffredi è tornata a vivere a Follonica solo da pochi anni. Il trasferimento nella città del golfo è stato però necessario per permettere a Elena di stare meglio: «Vivevamo vicino agli impianti a biogas che emanano cattivi odori – spiega Lorella – ed Elena ha iniziato ad avere problemi gravi di respirazione, era spesso in ospedale, quindi siamo tornati a Follonica per l’aria di mare ma le spese sono troppe e purtroppo mio marito ha anche acceso un piccolo prestito in banca, che adesso va restituito».
La richiesta di assistenza
Lorella è iscritta nelle liste per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e adesso vive in una casa in affitto a Follonica. La donna si è quindi rivolta al Comune di Follonica per ricevere un aiuto in un momento di grande fragilità.
Ad oggi, però, le soluzioni non sono state trovate: «Per curare mio marito in sei mesi ha dovuto spendere i pochi risparmi che avevamo. Ho gestito malattia e disabilità in mezzo a difficoltà insormontabili e adesso sono rimasta sola con una figlia gravemente disabile, da seguire e curare, e non ho ricevuto ancora nessuna risposta. Non mi vergogno a dirlo: non ho neanche i soldi per pagare il funerale di mio marito e intanto il tempo passa e noi abbiamo ricevuto lo sfratto. Ci siamo scoperte completamente sole e abbandonate dalle istituzioni, siamo in difficoltà anche con gli assistenti sociali».