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Coop, per la fusione l’ultima parola spetta ai soci

Unicoop Tirreno e Unicoop Centro verso la fusione: la preoccupazione delle sigle sindacali per eventuali tagli e il peso del voto dei soci. Ecco gli scenari possibili
La sede di Unicoop

PIOMBINO. Nel prossimo futuro della grande distribuzione c’è una data importante per la fascia tirrenica, isole e Colline Metallifere: il 30 giugno prossimo la Unicoop Tirreno con sede a Vignale Riotorto dovrebbe vedere la fusione con Unicoop Centro per dar vita ad una nuova realtà, la Unicoop Etruria. 

I numeri della distribuzione Coop

È questo il progetto che da mesi è in fase di elaborazione sui tavoli dei vertici amministrativi delle due cooperative, tanto da farne l’argomento del giorno. Venendo a dati utili, per dare un’idea più precisa di cosa stiamo parlando, ricordiamo che la sola Unicoop Tirreno ha 177 negozi aperti sul territorio con 5800 dipendenti; a questi si aggiungono quelli dei negozi a marchio Superconti che sono 637 distribuiti in 32 negozi e dislocati nelle province di Perugia, Terni, Rieti, Viterbo, Roma e Macerata, società attualmente controllata da Coop Centro Italia che a sua volta conta 76 punti vendita. Insomma numeri importanti, a cui vanno aggiunti anche gli autotrasportatori e l’indotto in generale.

Come per tutte le ristrutturazioni aziendali di un certo peso, però, questa fusione comporterà quasi certamente dei cambiamenti e non solo nel nome. E così, alle già pesanti situazioni di incertezza della più importante realtà industriale della Toscana come quella delle acciaierie di Piombino, si aggiunge per il territorio uno stato di fibrillazione anche per il futuro del “mondo Coop”.

Gli obiettivi da raggiungere e le previsioni

Il direttore generale di Unicoop Tirreno, Gianni Tarozzi, ha illustrato ai rappresentanti delle sigle sindacali parte del nuovo piano industriale da cui è emersa la volontà di: rilancio e sostenibilità della nuova Cooperativa (in seguito ad investimenti mirati sulle politiche commerciali), la riduzione dei costi e le ottimizzazioni organizzative. Punti chiave che sono divenuti gli obiettivi da raggiungere sotto il marchio Unicoop Etruria attraverso il riposizionamento dei prezzi e al lavoro in sinergia tra le due attuali realtà che andranno a fondersi migliorandone l’efficienza operativa. «Sulle sedi – precisa Tarozzi – sarà avviata un’ottimizzazione ma l’azienda non ha ancora quantificato eventuali esuberi. In ogni caso non è previsto il ricorso a licenziamenti collettivi». Il che lascia intendere che ci saranno esuberi, anche se non sono previsti licenziamenti collettivi. Concetti che lasciano molte, troppe porte aperte a chissà quali eventualità.

I sindacati dalla parte dei lavoratori

Ovvio che da parte delle organizzazioni sindacali la più grande preoccupazione è quindi il dato occupazionale; in conseguenza al probabile ridimensionamento dei punti vendita, su cui ad oggi non è ancora stato fornito un quadro chiaro sulle loro cessioni, la domanda principale è cosa accadrà agli attuali punti vendita e quindi dei posti di lavoro. É su questo che  Filcams, Fisascat e Uiltucs, stanno concentrando il lavoro di concertazione al fine di evitare le cessioni di alcuni punti vendita.

Allo stato attuale, l’unico obiettivo certo tra tanta incertezza pare essere la conferma di lasciare il quartier generale a Vignale Riotorto, almeno durante i tre anni necessari per portare a termine la fusione.

Le prossime assemblee per l’ultima parola ai soci

In fase organizzativa invece l‘assemblea generale dei soci coop prevista per il 10 marzo prossimo a Follonica presso il centro commerciale 167 ovest (sala Auser) che vedrà la presenza anche di Castiglione della Pescaia e Scarlino.

Mentre il 23 marzo a Vignale Riotorto, si terrà l’ assemblea generale sia in seduta straordinaria che ordinaria; per quanto riguarda Unicoop Tirreno è stato già definito il calendario delle assemblee separate delle “sezioni soci”. Passaggi assolutamente necessari perché, dopo il via libera al progetto di fusione dato dai C.d.A. delle due società cooperative, serve l’approvazione dei soci; tant’è che all’ordine del giorno della parte straordinaria dell’assemblea ci sono, sia l’esame che l’approvazione del progetto di fusione per incorporazione di Coop Centro Italia in Unicoop Tirreno. Altro argomento in discussione sarà la delega agli amministratori per l’emissione di strumenti finanziari partecipativi per un importo massimo di 125 milioni di euro che verranno denominati “Strumenti Finanziari Partecipativi 2025”.

In Umbria sciopero di due ore e stesse preoccupazioni

Fuori regione la previsione di fusione tra Unicoop Centro e Unicoop Tirreno è decisamente vista come fumo negli occhi. In Umbria di Castiglion del Lago, c’è stata la mobilitazione dei lavoratori di Coop e le organizzazioni sindacali Filcams Cgil Perugia e Uiltucs Uil Umbria hanno annunciato (e poi fatto) due ore di sciopero lo scorso giovedì 20 febbraio. Secondo le sigle sindacali, la scelta della fusione rischia di indebolire la presenza della cooperativa in Umbria. Per questo i lavoratori hanno chiesto il sostegno delle istituzioni.

Rassicurazioni sono arrivate sia dalla politica regionale umbra che dalla cooperativa, la quale ribadisce il mantenimento sia di Vignale Riotorto che del gemello a Castiglion del Lago, mentre su fronte occupazionale ripetono che non ci saranno licenziamenti collettivi unilaterali.

Insomma, se Sparta piange Atene non ride; due situazioni identiche e speculari che probabilmente dovranno condividere un piano industriale di fusione “in itinere”, ma che aspetta la parola definitiva da parte dei soci il prossimo 10 marzo.

 

 

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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