GROSSETO. Il vino toscano rimane in cantina. L’introduzione dei dazi americani, anche se ancora ci sono molte procedure da decidere, sta provocando un rallentamento delle vendite per il vino toscano.
Il mercato è stagnante e nelle cantine, secondo il bollettino dello scorso 31 luglio del ministero dell’Agricoltura, ci sono 5.424.950 ettolitri di vino invenduto. Che al netto fa circa 3.358.041 ettolitri e ben 723,3 milioni di bottiglie di vino invendute, poco più di mezza bottiglia di vino al giorno, per un anno, che potrebbe consumare un cittadino toscano.
La Toscana è al secondo posto in Italia
La Toscana è seconda solo al Veneto per la giacenza del vino, mentre sul podio al terzo posto c’è il Piemonte.
In provincia di Grosseto, così come nella zona di Bolgheri, la situazione è da analizzare con la nuova produzione.
Pollini, direttore del Consorzio Vini di Maremma: «In Maremma situazione stabile. Aspettiamo la nuova vendemmia»
«Il dato toscano va sempre ponderato bene – spiega Luca Pollini, direttore del Consorzio Vini di Maremma – perché molti dei quantitativi in giacenza si riferiscono a vini che obbligatoriamente devono invecchiare prima di essere immessi al consumo. Come ad esempio Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano e Chianti Classico, in buona parte prodotti in provincia di Siena. La Maremma con la nostra Doc Maremma Toscana è sostanzialmente in linea con le giacenze degli ultimi anni, ma ovviamente bisognerà capire l’impatto della nuova produzione, che si attende abbondante e di ottima qualità».
Il mercato del vino è stagnante
Complice l’incertezza appunto dei dazi americani dove l’esportazione italiana è importante, il costo della vita, e le abitudini che cambiano soprattutto quelle delle giovani generazioni, ci sarà da riflettere sul futuro.
La Toscana in questo momento ha il 13,6% delle giacenze, ma è l’Italia nel suo contesto che sfiora al 31 luglio i 40 milioni di ettolitri di vino invenduto (39.791.178). Praticamente un’annata intera, considerando la produzione nazionale. A parte una certa ciclicità annuale delle giacenze, è dal 2021 che i vini Dop non scendono sotto i 20 milioni di ettolitri di giacenze. Al momento dunque raddoppiati.
Siena e Firenze soffrono, come le produzioni venete
Il vino rimasto in giacenza vede le province di Siena con il 5,3% e quella di Firenze con il 3,9%, dietro solo a Cuneo, Verona e Treviso. A Siena sono oltre due milioni di ettolitri di vino invenduto, contro il milione e mezzo della provincia di Firenze.
Il 56,3% del vino detenuto è a Dop, denominazione di origine protetta, con prevalenza di vini rossi (54,8%). Il 25,2% del vino è Igp, indicazione geografica protetta, in netta prevalenza rosso (60,5%).
I vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,5% del totale. Il 17,0% è invece costituito da altri vini.
Come detto, sono i vini toscani, il Brunello di Montalcino e il Chianti, a soffrire i dazi doganali Usa del 15%. Le esportazioni sono ferme e stanno generando eccedenze di prodotto invenduto. Si cerca, insieme alle istituzioni, di aprire nuovi mercati in Asia e sud America (come il Mercosur) e negoziare la rimozione dei dazi, dato che gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco per il vino toscano.
300 milioni i mancati introiti per i dazi americani
La stima di Irpet, l’istituto di programmazione economica della Toscana, sta certificando che i dazi Usa peseranno per 300 milioni di euro sull’agricoltura regionale, con vino e olio che hanno negli Stati Uniti il loro primo mercato estero.
L’allarme lanciato dal mondo del vino
Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e presidente di Avito, associazione Vini Toscana Dop e Igp è molto preoccupato e lancia un nuovo allarme.
«Il Momento è delicato proprio a causa dei dazi – dice Rossi – insieme ai cambiamenti climatici e alla situazione geopolitica che certo non aiuta. L’unica strada è quella del lavoro, puntando sulla qualità. I tanti conflitti come quello Ucraino e Russo e in Medio Oriente stanno penalizzando le esportazioni e il turismo».
Il presidente del Consorzio Vini di Maremma Mazzei: «Un grave problema per il nostro comparto»
«La conferma dei dazi al 15% da parte degli Stati Uniti è un grave problema per il nostro comparto, che raggruppa più di 400 realtà tra piccole realtà e grandi nomi – ha detto Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Vini di maremma – e insieme al fallimento dei negoziati politici, l’Italia rischia di subire conseguenze pesanti. Neanche per i vini Doc e Igp, sono arrivati i risultati che speravamo. Serve con urgenza un intervento politico e comunitario e sostenere le aziende colpite. Ridare stabilità a un mercato che ha bisogno di certezze per programmare e crescere».