GROSSETO. In Italia, secondo i dati di Cnr Isac (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima) lo scorso inverno è stato il più caldo dall’inizio delle rilevazioni, ovvero dal 1800.
Caldo record in tutta Italia
Un record che ha riguardato tutte le aree geografiche del nostro Paese, con un’anomalia di +2.5 gradi nel Nord Italia, +2.3 gradi al Centro e +2.0 gradi al Sud. Il mese di febbraio è stato quello con le anomalie più alte rispetto alla media.
A livello europeo la temperatura media del trimestre invernale dicembre-febbraio è stata +1.4° gradi superiore alla media del trentennio 1991-2020, portando questo inverno al secondo posto tra i più caldi registrati in Europa.

L’inverno più caldo degli ultimi 70 anni
E anche in Toscana l’inverno 2023-2024 è stato il più caldo degli ultimi 70 anni (1955-2024). La temperatura media ha registrato un +2.4 gradi rispetto agli ultimi 30 anni (1991-2020) e un +2.8 gradi se si confronta con i decenni ancora precedenti (1961-1990).
Nella regione gli effetti del cambiamento climatico sulle temperature medie invernali sono molto più evidenti negli anni più recenti.
Gozzini (Lamma Cnr): «Temperature ben oltre la media del periodo»
«I dati del 2024 confermano un riscaldamento globale che continua la sua corsa all’insù, anzi accelerando. Oltre ad essere stato l’anno più caldo a livello mondiale – sottolinea Gozzini – con un’anomalia superiore a 1,5 gradi, il 2024 è il più caldo anche a livello italiano, al secondo posto troviamo il 2022 ed al terzo il 2023».
Tre anni che hanno anomalie superiori a 1 grado con un distacco rispetto al 4° posto, 2018 con + 0,75 gradi, molto consistente. Un cambio di passo evidente del riscaldamento con un’accelerazione preoccupante da seguire attentamente.
«L’andamento del riscaldamento è ormai un elemento presente e consolidato. Infatti, il dibattito mediatico ormai verte sui record – dice Gozzini – che ogni anno registriamo su temperature, ondate di calore, eventi estremi, siccità, incendi quello che è e sarà lo scenario presente e futuro. Anche il 2025 è partito in questa direzione facendo registrare il gennaio più caldo sia a livello mondiale che a livello toscano».
Toscana da record
«In particolare proprio in Toscana si è chiuso con un’anomalia positiva di + 2,87 gradi, mai registrata fino ad ora in gennaio, mentre febbraio si è chiuso “solo” al 6° posto con un + 2,34 gradi quindi un inverno che sarà sicuramente fra i primi posti degli inverni più caldi. E le previsioni stagionali non danno nessun segnale di cedimento o di un cambiamento. Se guardiamo poi alle temperature del mare, sono tipiche del mese di agosto – dice Gozzini – e il riscaldamento non riguarda solo la parte superficiale, ma anche le acque più profonde. Anche il rimescolamento delle acque provocato dai venti e dal moto ondoso in primavera, non è stato sufficiente al raffreddamento perché l’acqua si è riscaldata a tutte le profondità».

La temperatura del mar Mediterraneo dunque, in questo periodo dovrebbe essere di 19-20 gradi, e non 23-24 com’è al momento.
«Che l’acqua del Mediterraneo – conclude il direttore del Consorzio Lamma-Cnr – si sia riscaldata lo conferma anche la migrazione dei pesci verso più basse profondità, come hanno evidenziato gli stessi pescatori».
I dati della Nazioni Unite
Le Nazioni Unite hanno designato il 2025 come anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai. Per esempio la fusione dei ghiacciai determinata da temperature sempre più elevate provoca una riduzione dell’albedo aumentando la superficie più scura che assorbe ancora più calore accelerando il processo di fusione del ghiacciaio e riscaldando ancora di più l’aria. Inoltre riduce la riserva di acqua dolce che rappresenta la ricarica naturale dei laghi e delle falde sotterranee costringendoci ad una gestione della risorsa sempre più razionale ed oculata.
La fusione dei grandi ghiacciai di acqua dolce mondiali quali Groenlandia, Antartide, Himalaya e le Alpi sta provocando l’innalzamento del livello del mare ancora dell’ordine di pochi centimetri, ma che potrebbe arrivare qualora si fondessero tutti insieme anche a sette metri.
Precipitazioni: lo scorso inverno in Toscana +13%
I dati dell’inverno 2023-2024 confermano l’effetto del cambiamento climatico anche su questo parametro.
Mediamente in Toscana l’inverno trascorso è stato più piovoso del normale, circa un 13% in più di pioggia in più, con precipitazioni concentrate soprattutto nel mese di febbraio.
Le province di Livorno e Pistoia hanno rispettivamente registrato un +32% e un +25%, mentre si è osservato un -16% nella provincia di Arezzo.
Nonostante i giorni di pioggia siano risultati in media o anche leggermente sotto, la quantità di pioggia caduta è risultata superiore alla media. In molte aree quindi quando è piovuto, e lo ha fatto più abbondantemente del normale.
Il problema siccità non sembra così allarmante in Toscana, cosi come in altre aree del Nord Italia, le piogge, soprattutto quelle concentrate nel mese di febbraio, hanno apportato un surplus anche molto elevato, come ad esempio in Trentino-Alto Adige e nelle Alpi lombarde.
Resta invece molto critica la situazione in numerose aree del Centro e Sud Italia, dove l’Spi (standardized precipitation index), un indice climatico basato sulla precipitazione che permette di identificare periodi secchi/umidi a diverse scale temporali) raggiunge anche livelli di siccità estrema.
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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