GROSSETO. Districarsi tra codici, decreti e sentenze è diventato per gli automobilisti un percorso a ostacoli. Ogni mese cambia qualcosa: nuovi limiti, nuovi dispositivi, nuove regole per gli autovelox. E mentre le amministrazioni continuano a installare telecamere e radar su ogni strada, chi guida spesso si trova a combattere contro una giungla di norme, dove anche gli esperti faticano a orientarsi.
Una multa può arrivare settimane dopo, con importi salati e punti tolti, ma capire se l’apparecchio che ti ha immortalato fosse davvero regolare è tutt’altro che semplice. Serve conoscere la differenza tra approvazione e omologazione, tra decreto e ordinanza, tra burocrazia e giustizia.
E ora, proprio la Corte di Cassazione, con una sentenza destinata a far discutere, rimette ordine in questo caos: gli autovelox devono essere omologati, non solo approvati. Una precisazione che cambia tutto — e che potrebbe riaprire migliaia di verbali già pagati.
Autovelox non omologati, la Cassazione annulla le multe: cosa cambia per gli automobilisti
La nuova ordinanza del 1° ottobre 2025
Con l’ordinanza n. 26521 del 1° ottobre 2025, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’autovelox deve essere omologato, non solo approvato.
La semplice approvazione ministeriale del modello non basta a rendere valide le rilevazioni di velocità, e quindi le multe elevate con apparecchi non omologati possono essere annullate.
La Seconda sezione civile della Cassazione ha confermato un orientamento già espresso in passato, ma questa volta con maggiore forza e chiarezza. Secondo la Corte, se un dispositivo è stato solo approvato, ma non ha ricevuto la vera e propria omologazione tecnica, le sue misurazioni non hanno valore probatorio.
Le conseguenze per i cittadini
La pronuncia ha un impatto diretto su molti automobilisti. Chi ha ricevuto un verbale per eccesso di velocità può chiedere di verificare se l’apparecchio fosse davvero omologato.
«Se l’autovelox utilizzato non risulta omologato – ci spiega l’avvocato Alessandro Iodice – la multa può essere impugnata e, in molti casi, annullata. È anche possibile chiedere il rimborso delle somme pagate e la restituzione dei punti patente decurtati.»
Non si tratta però di un automatismo. Ogni situazione va valutata nel dettaglio.
«Non tutte le sanzioni sono illegittime – precisa l’avvocato – ma è necessario analizzare la documentazione del verbale e la prova tecnica dell’omologazione dell’apparecchio.»
Il quadro normativo e la scadenza del 30 novembre
A complicare il quadro arriva anche il Decreto Infrastrutture n. 73 del 21 maggio 2025, che impone ai Comuni di censire tutti i dispositivi di rilevazione della velocità entro il 30 novembre 2025.
Solo gli apparecchi registrati nel portale ministeriale potranno essere utilizzati per nuovi accertamenti.
Ma attenzione: anche un autovelox regolarmente censito non è valido se non è omologato.
«Il censimento non sostituisce l’omologazione – sottolinea Iodice –. La Cassazione è chiara: la mancanza del requisito tecnico rende nullo l’accertamento, anche se il dispositivo è stato inserito nel registro ministeriale.»
«In questo caso va analizzata tutta la documentazione – spiega l’avvocato – per individuare se l’autovelox è stato omologato. Se emerge la mancanza di omologazione, si può impostare la strategia di ricorso più efficace per aiutare il cittadino a chiedere l’annullamento o il rimborso».
Cosa fare se hai preso una multa con autovelox
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Richiedi copia della documentazione tecnica dell’apparecchio utilizzato.
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Verifica se è omologato, non solo approvato.
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Consulta un legale entro i termini di ricorso.
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Agisci tempestivamente, perché i termini sono perentori.
Conclusione
La Cassazione, con la sentenza 26521 del 1° ottobre 2025, ha rafforzato un principio di trasparenza e tutela dei cittadini: senza omologazione, la multa è nulla.
Per chi ha ricevuto verbali sospetti, vale la pena verificare. «Oggi – conclude l’avvocato Iodice – i cittadini hanno più strumenti per far valere le proprie ragioni. L’amministrazione deve rispettare le regole tecniche, non basta l’approvazione sulla carta».
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