GROSSETO. Non ci poteva essere momento migliore per dirlo. Di fronte a centinaia di persone, alla sala Eden, accorse per festeggiare l’elezione di Leonardo Marras in Regione, il presidente Giani ha detto le parole che tutti aspettavano: «Leonardo Marras sarà parte fondamentale del nuovo governo della Toscana».
Una vera e propria investitura, una nomina pubblica, salutata da un lungo applauso, che ha spazzato via tutte le voci maligne che volevano Marras escluso dalla giunta. Invece ci sarà ancora, per la soddisfazione dei tanti che lo hanno votato. E, in un certo senso, anche per chi non lo ha votato e vive in Maremma, anche se tanti non lo ammetteranno mai.
Perché per il territorio, per la gente di Maremma, avere un rappresentante nel governo della Toscana è un valore aggiunto.
«Sono un telefono che risponde» ha detto spesso Marras in campagna elettorale. E già questo vale moltissimo.
Poi Giani non ha specificato in quale ruolo sarà in giunta, ma tutto lascia pensare che possa proseguire il lavoro portato avanti in questi cinque anni.
Un’investitura, due conseguenze
A cascata le parole di Giani portano due conseguenze, una immediata, una meno vicina, ma altrettanto pesante.
La prima è che Lidia Bai, seconda nelle preferenze, entra in consiglio regionale, portando a tre (c’è anche Minucci) il numero dei rappresentanti maremmani a Firenze.
La seconda è che, anche se qualcuno l’aveva sperato, Marras non sarà il candidato sindaco a Grosseto. Lui l’aveva già detto, ma ora pare al limite dell’impossibile che scelga di dimettersi per correre una difficile sfida cittadina.
Certo per il Pd grossetano si apre una voragine. A qualcuno mancherà la terra sotto ai piedi. Ma una sola cosa dovrà fare il partito del capoluogo maremmano: ritrovare una linea comune. E individuare un candidato. O, chissà, una candidata.
Entrambe le cose sono facili come scalare una montagna con le infradito.



