PIOMBINO. È stata l’ultima volontà di Annamaria Pierini, residente a Piombino, quella di voler far scrivere un articolo di encomio all’ospedale di Piombino.
Annamaria è morta lì, all’età di 88 anni, all’ospedale di comunità, mercoledì 11 giugno, a causa di una malattia che nel giro di pochi giorni l’ha portata via.
Chi era Annamaria Pierini
Annamaria è nata a Portoferraio, si è trasferita a Piombino da giovane, in occasione del matrimonio con Franco Poggioli, anche lui elbano.
Il marito aveva trovato lavoro all’interno delle acciaierie Magona, dove hanno vissuto tutta la vita. Circa una decina di anni fa lui morì e lei rimase sola.
Trascorreva la sua vita sempre in casa, soltanto con Franco le piaceva uscire. Ogni tato, si toglievano lo sfizio di qualche viaggio. «Una donna vivace, simpatica, anche troppo esuberante», racconta chi ha avuto modo di conoscerla.
Era buona e ben voluta, ma aveva anche il suo bel carattere. Si faceva rispettare, le piaceva vestirsi bene, rifornirsi alle botteghe o ai piccoli negozi di alimentari. Preferiva carne di prima qualità e ortaggi e frutta del territorio.
Difficilmente andava nei supermercati. L’appuntamento fisso a cui non mancava mai erano i mercoledì al mercato. Quando, ormai anziana, non riusciva più ad andare da sola, si faceva accompagnare pur di non perdersi il suo unico momento di svago.
Una donna e una vita semplice, comune a tante signore degli anni ’30 o ’40. Una casalinga che ha sempre pensato a suo marito e alla casa.
Il ricovero all’ospedale di Piombino

Qualche tempo fa le era stato diagnosticato un male incurabile. Era stata ricoverata all’ospedale di Piombino ed era rimasta così soddisfatta di come e quanto le infermiere e i dottori si fossero prese cura di lei che ha sentito la necessità di voler fare un encomio al personale che l’ha seguita.
«Bravi, bravi tutti – ripeteva ogni giorno- Stavo così male, ma loro mi hanno curata». Lei non lo sapeva ancora che la malattia, però, era tornata. Nessuno se la sentiva di dirglielo per non spengere il suo sorriso, la sua vivacità.
«Sono dolci, se le chiami arrivano subito – diceva delle infermiere -. Ti fanno sentire a casa. Si prendono cura di te».
Non avendo figli o parenti vicini che la potessero seguire giornalmente, l’ambiente in cui si vive in momenti di sofferenza è fondamentale.
«Sono talmente attenti alle esigenze dei pazienti che qui ci vuole un articolo – diceva – Vanno premiati».
La sua ultima volontà

Uno dei nipoti, Paolo Berti, il più vicino a lei, lavora come medico ginecologo all’ospedale di Portoferraio. «Mi parlava sempre bene di quanto il personale si prendesse cura di lei, tra il lavoro e la lontananza non era possibile seguirla giornalmente – dice – Sono felice che nei suoi ultimi momenti di vita abbia trovato conforto in coloro che l’hanno seguita». Il reparto di medicina, poi l’ospedale di comunità dove Annamaria Pierini ha esalato il suo ultimo respiro.
«Questo è stato l’ultimo desiderio di mia zia – aggiunge il medico – sarei felice che si potesse concretizzare».
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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