GROSSETO. Un’aggressione improvvisa e inaspettata. Un pugno in faccia, ricevuto da una professoressa. A sferrarlo un suo studente, che era fuori dal liceo e che probabilmente non voleva entrare in classe. La violenza esplosa all’improvviso, prima ancora che la donna ricevesse una spiegazione. Per giunta, davanti al padre del ragazzo, chiamato dalla scuola.

È la mattinata di follia della quale si è trovata protagonista, suo malgrado, la vice preside del polo liceale Aldi di Grosseto. Colpita da uno  studente. È successo martedì 11 novembre.

Il giovane, un ragazzo di 15 anni, era all’esterno dell’istituto e la professoressa si era avvicinata per parlarci e per capire come mai non fosse in classe. 

La prof. proprio perché si tratta di un minore, ha chiamato i genitori del giovane. È arrivato il padre del ragazzo. Mentre erano lì insieme, il 15enne si è voltato e ha aggredito la professoressa, ferendola.  

Picchia la docente fuori dalla scuola

La docente aveva chiamato i genitori del ragazzo, perché lo aveva visto fuori dalla scuola dopo il suono della campanella e le era sembrato disorientato. La professoressa si è avvicinata per capire se avesse bisogno di qualcosa e se stesse bene. Il ragazzo, che frequenta il liceo scientifico, non ha risposto e dalla segreteria è partita la telefonata ai genitori dello studente.

Una volta che il padre è arrivato, il 15enne ha colpito improvvisamente la professoressa in pieno volto, ferendola con un taglio profondo all’interno della bocca e procurandole 7 giorni di prognosi.

Fortunatamente, non ha riportato nessuna frattura nasale, come ha accertato il personale dell’ospedale Misericordia, dove la professoressa è andata a farsi medicare.

Azione disciplinare per il giovane

L’aggressione è avvenuta fuori dall’istituto e il personale della scuola e il padre hanno fermato subito il giovane. Il 15enne aveva già mostrato problemi di comportamento.

«Si tratta di un minore che sta attraversando un disagio, dobbiamo capire quale – ha detto la preside del Polo Aldi, Giorgia Ricci – Naturalmente il ragazzo andrà contro un’azione disciplinare che verrà decisa dagli organi competenti della scuola. Si tratta di una conseguenza che dovrà avere anche un risvolto rieducativo perché il ragazzo comprenda la gravità di quello che ha commesso. Vorremmo che la vicepreside sentisse l’affetto e la solidarietà personale, insieme a quella di tutto il corpo docente, in questa difficile vicenda».